FARE LA PACE CON NOI STESSI

È da qualche giorno che mi ronza in testa un post che poi è una riflessione molto importante nel percorso di crescita di ognuno di noi.
Ho notato che quasi sempre quando ci sentiamo depressi e avviliti è perché ci stiamo dando addosso e criticando per qualcosa.
Il fatto è che non ci rendiamo conto di questo fatto: ci sentiamo semplicemente giù di morale.

Per uscire da questo mood negativo è fondamentale riconoscere la battaglia che sta avvenendo dentro di noi: c’è una parte critica (il giudice interiore o l’adulto severo, possiamo chiamarlo in modi diversi) e una parte piccola che soccombe alle critiche (il bambino o la bambina ferita). La prima parte giudica la seconda con cattiveria e la sua critica va avanti con un dialogo interiore che è tendenzialmente sempre uguale e suona più o meno così: “non vai bene perché non sei abbastanza ….(bella, magra, in gamba, forte, non guadagni abbastanza, non fai carriera, non hai amici, non hai il fidanzato, non hai figli, non puoi permetterti una macchina nuova, non sei laureato, non sei in salute, non fai abbastanza sport ecc ecc)”.

Insomma ognuno ha il suo leitmotiv di critiche che si ripetono.
Tutto quello che la parte giudice biasima si potrebbe riassumere in “non sei abbastanza Super”, inoltre, la parte giudice non accetta la vulnerabilità della parte bambina.

Essere vulnerabili però è la chiave per entrare in contatto col cuore, essere vulnerabili significa poter amare e provare empatia per le sofferenze altrui.

La parte perfezionista fa fatica ad amare, senza la parte vulnerabile non siamo completi, magari siamo forti, estroversi, capaci di fare tante cose, ma il cuore è rimasto “imprigionato” nella nostra parte bambina.

Il fatto è che anche la parte “Super” ha la sua utilità: è quella che ci ha permesso di muoverci nel mondo, di lavorare, di vivere magari da soli, di cavarcela nella giungla della vita. Ha deciso di chiudere il cuore in cantina per non soffrire, e probabilmente, ai tempi, quando eravamo piccoli era l’unica cosa che poteva fare. Questa parte è fondamentale perché è forte e socievole, è capace di adattarsi.
Dentro di noi ogni parte ha la sua funzione, si potrebbe dire “non si butta via niente”, bisogna solo trasformare le parti e aiutarle ad evolversi.

Come fare allora a tenere entrambe le parti senza che facciano la lotta tra loro?

È necessario sviluppare una parte Saggia, un Io buono, un adulto amorevole, che prenda a braccetto la Super e la Bambina e le faccia dialogare, le aiuti a fare pace, le metta insieme.

Dalla sintesi della Super con la Bambina emergerà un adulto buono forte e amorevole, e questo è il modello ideale a cui io aspiro e a cui tutti noi dovremmo tendere.

Di recente, durante una visualizzazione su queste due parti di me, ho visto la mia parte Saggia che diceva alla Super: “Tu hai la forza” e alla Bambina: “Tu hai il cuore” e poi diceva all’Io “Tu le aiuterai a mettersi insieme!”.
Dopo di che vedevo la parte Super che prendeva sulle spalle la bambina e salivano verso la montagna assieme all’Io (la montagna rappresenta il cammino spirituale e evolutivo).

Di recente è scomparso Massimo Rosselli, allievo di Assagioli, psichiatra terapeuta e docente della Scuola di Counselling che io e Alberto abbiamo frequentato. Massimo per me era proprio la sintesi di forza e amore, “una grande mente e un grande cuore”, come lui stesso amava definire Roberto Assagioli.
Massimo poteva parlare a seminari per ore di fila, suonare il tamburo e fare riti iniziatici tutta la notte a 74 anni, ed era capace di commuoversi e piangere come un bambino se si toccava la sua anima. La sua sensibilità gli permetteva di aiutare le persone a stare meglio, a entrare in profonda empatia con loro. La sua forza gli ha permesso di lavorare sodo trasmettendo al mondo tanto sapere e aiutando un numero infinto di persone tra pazienti e allievi.
Ultimamente stanno circolando sul web due frasi famose di Massimo: “Ci vuole un grande cuore per contenere un grande dolore” e “La guarigione ha a che fare col cuore”.

Massimo rimarrà per me un grande modello ideale, tra poco compio i fatidici 40 anni, (che proprio non me li sento… mi sento sempre un eterna ragazzina)… è come se improvvisamente mi sentissi catapultata nell’età adulta. Beh per l’età adulta avrei un desiderio: diventare sempre più capace di amare, di accettare la mia vulnerabilità come una risorsa, e non come qualcosa da combattere,  e recuperare la mia forza e metterla al servizio del cuore.

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COMMENTI

Iris

Un grazie di gratitudine a Massimo Rossellini per avermi fatto vedere il valore della vulnerabilità e il diritto della mia anima ad esercitarlo. Grande faro nel cammino della mia vita e per i cambiamenti. Un caro pensiero alla sua nobile anima

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