COMPRARE L’AFFETTO

“Papà sai quale voglio…?” mi ha chiesto Lorenzo con un depliant pubblicitario dei mattoncini Lego in mano.

“No”

“Voglio questo, l’elicottero che spara le palle di fuoco…”

“Ah, bene, allora  lo segnamo su un foglio così quando arriva il tuo compleanno scegli un gioco fra tutti quelli che avremo scritto da oggi al tuo compleanno e te lo regaliamo…”

“Ma perché non posso subito?!?”

“No Lorenzo, non si possono comprare sempre regali…”

“Ma tu me lo hai  preso anche l’altro giorno!”

“Ma quello che ti ho preso era un pensierino, questo è un regalo grande che costa tanti soldi”

“Quanto?”

“Come 15 giri in autoscontro, o come 10 volte i soldi che hai nel salvadanaio… Sì, come 10 dei tuoi salvadanai…”

“Allora mi puoi comprare qualcosa di più piccolo, un pensierino…”.

 

Proprio qualche giorno prima avevo richiamato l’attenzione di Eleonora su come anche noi due pensiamo sempre a cose da comprare: dalla copertura nuova del passeggino per la piccola, alla borraccia da borsetta, dai body per la bambina ad una casa nuova, da uno zaino a un cellulare nuovo, dai pantaloni corti o delle scarpe per me ad un computer,  ..

La parola più usata é “Perché non compriamo….?” piuttosto che “Ho proprio bisogno di comprare …”.

Credo poi che Amazon, Privalia, Group On, Sarenza e tutti i siti di shopping on-line non facciano altro che alimentare e diffondere a dismisura questa abitudine di “shopping compulsivo”. 

Sembra quindi inevitabile che, in qualche modo, la trasmettiamo ai nostri bambini.

In realtà i mille desideri di acquisto, che lì per lì sembrano proprio dei bisogni impellenti la cui soddisfazione  è una questione di vita o di morte, nascondono dietro “qualcos’altro”…

E quel “qualcos’altro” i bambini lo sanno benissimo, e infatti non c’è voluto molto prima che Lorenzo mi illuminasse…

 

“Allora mi puoi comprare qualcosa di più piccolo, un pensierino…”.

Ho preso in braccio Lorenzo. L’ho guardato negli occhi e gli ho detto: “Vedi, noi abbiamo già tante cose, dovremmo cominciare a pensare che possediamo tutto quello di cui abbiamo bisogno… Non è importante se hai tanti giochi o ne hai pochi, ne hai quanti ne hai bisogno… Cosa ti manca?”

“Una bustina delle figurine dei dinosauri, così posso completare l’album…”

“Altroché una bustina per completare l’album! Non ci serve completare l’album… di cosa hai bisogno?”

“Ma tu non giochi con me…”

Colpito!

Ha bisogno che qualcuno giochi con lui, suo papà, sua mamma, un amico…

Non ha bisogno di giochi nuovi, ha bisogno di affetto, di relazione. 

Io sotto sotto lo so, però quando mi chiede se posso giocare con lui ci sono sempre un sacco di cose da fare prima: sparecchiare la tavola, lavare i piatti, andare in bagno… La mia vera risposta alla sua richiesta di giocare con lui é un po’: “Gioca da solo, hai tanti giochi, usane qualcuno che io devo fare le mie cose…”.

Allora non c’è da meravigliarsi se chiede giochi nuovi…in realtà  sta chiedendo affetto – amore – attenzione… che io non gli sto dando!

L’ho guardato e gli ho detto: “Certo, il papà gioca con te subito!”, l’ho messo a terra e lui è andato in cameretta ed è tornato con un retino giallo per i pesci ed una pallina di plastica leggera. Ci siamo inventati una versione rudimentale di tiri liberi tipo pallacanestro dove ha dimostrato ottime doti di mira e coordinamento e ci siamo divertiti insieme, anche se mi ha dato dello “Sbaglione” a causa della mia bassa percentuale di canestri fatti.

Penso che anche noi grandi tendiamo a riempire un vuoto di affetto e relazioni cercando una piccola scarica di endorfine prodotte dall’acquisto di qualcosa che, in quel momento, diventa il nostro papà che gioca con noi.... ma che, passato l’impulso, ci lascia un senso di vuoto non colmato ed il bisogno di ricorrere alla soddisfazione di qualche altro desiderio.

Se le prossime volte che con mia moglie ci chiediamo “Perché non compriamo questo o quello?” la risposta fosse uno scambio di baci credo che staremmo tutti molto meglio. 

Alberto

 

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COMMENTI

Gerri Renna

Ciao Alberto, grazie per questo bellissimo post!
Si può comprare quello che ci serve con i soldi, ma nessun negozio o centro commerciale potrà mai venderti un grammo di affetto.

Un abbraccio!

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