LA GITA ALLA BOA

È una domenica di giugno, ma c’è un caldo che sembra agosto. 

Sono un po’ stressata: fine allattamento di Luce, inizio svezzamento, notti insonni, virus intestinale di Lorenzo, casa di Milano da sistemare… diciamo che con la stanchezza emergono più facilmente vecchie ferite quindi il mio umore non è molto sereno. Cerco però di godermi più che posso il weekend al lago e anche se la mente vaga cerco di tornare al presente.

Io e Lorenzo (tra poco 5 anni) siamo in mezzo al lago. Abbiamo fatto “la gita alla boa”: nuotando l’ho spinto, nel salvagente, fino alla boa più vicina. 

Anche io e mia sorella durante le vacanze al mare, facevamo le “nuotate al largo” fino alla prima boa con mia mamma. Quelli erano i momenti più belli con mia mamma perché in quei momenti lei era veramente felice. Probabilmente le ricordavano le nuotate al largo con suo papà, che era un amante del mare.

 Le gite alla boa mi hanno fatto vivere il mare, e l’acqua in generale, come un posto sicuro, nonostante i traumatici e noiosi corsi di nuoto che ho fatto per anni in piscina. 

Ora la staffetta è passata a me, io sono la mamma in acqua e ho un figlio “grande” da portare al largo.

– Guarda Lorenzo che meraviglia, guarda come siamo fortunati a essere qui in mezzo al lago, che posto stupendo!

Gli indico il paesaggio davanti a noi: le colline verdi, la baia dei pini, il cielo azzurro.

-Sì.

– Sai la cosa più bella del mondo è la Natura…sai cos’è la Natura?

– No, cos’è?

– È questa: il lago, gli alberi, le montagne, il mare, il cielo..

– Anche le case?

– No le case non proprio però quelle case lì sono costruite in mezzo alla Natura… la Natura sono anche gli animali, i bambini…

– Anche i grandi?

– Sì anche gli uomini…

– Tutti tutti? Anche quelli che sono morti?

– Oh sì, sopratutto quelli che sono morti, loro sono proprio ritornati a far parte della Natura, magari vedo un fiore e lì c’è mia nonna, o è in una stella… anche la nonna Wally..

– Io quando muoio voglio diventare un angelo. 

– Che bello, anch’io!

– Cosa sono gli angeli?

– Sono come dei bambini speciali che seminano amore e ci proteggono, ognuno di noi ha un angelo che ci protegge, per esempio se ho un problema posso pregare la nonna Gianna o la nonna Wally…

– Come si fa a sapere se uno diventa un angelo o un albero?

– Mmm…penso che uno sceglie cosa vuole diventare.

– Io voglio diventare un angelo.

– Anch’io come le nonna Gianna e la nonna Wally. 

– Anche il papà di ….il papà ….il papà di… Alberto è un angelo? Che è morto? (Gli faceva strano dire il papà del papà allora chiama suo padre per nome)

– Sì certo anche lui.

Lorenzo sorride felice e tranquillo, quasi ride di gioia:

– Come fai a sapere tutte queste cose!

Più che una domanda era un’affermazione.

Tiro un sospiro di sollievo: aver mischiato la visione buddista di Thich Nhat Hanh a quella cristiana mixata con un pizzico di improvvisazione non è stato facile, ma forse lui, in fondo, ne sa più di me, essendo un bambino. 

Chissà se le domande che fa rispecchiamo le mie paure…e magari anche quelle di suo padre e questo suo modo di chiedere conferme non è poi un modo per tranquillizzare noi… 

Sicuramente questa gita alla boa rimarrà nei miei ricordi più belli, da custodire con amore, stupore e tanta gratitudine.

 

Eleonora

 

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