COMPLEANNO: TRA GIOIA E… PAURA DI INVECCHIARE!

Ogni volta che arriva il compleanno sensazioni contrastanti si impadroniscono di me…

 

GIOIA…

Da un lato la gioia: regali che arrivano spesso azzeccati, qualche fuori programma ma con lo spirito giusto si può accettare un po’ tutto… poi tonnellate di auguri…

Si, dico tonnellate non a caso.

Una volta c’erano pochi auguri, solo quelli di chi realmente si ricordava del tuo compleanno, erano auguri molto sinceri, poche persone, quelle che si frequentavano abitualmente, e che ci volevano bene. Non é che proprio tutti si ricordavano esattamente il giorno del compleanno, ma giorno più giorno meno gli auguri arrivavano ed era sempre un bel momento.

Ora le cose sono radicalmente cambiate per molti di noi.

Tra social network e gruppi whatsapp gli auguri si sono moltiplicati in maniera esponenziale.

Sono gli stessi social (Facebook, Linkedin, …) che meglio di segretarie puntuali ci ricordano 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 (si, anche il sabato e la domenica) tutti i compleanni dei nostri ‘contatti’.

E così nasce “l’effetto valanga”.

Uno si ricorda di farci gli auguri in un gruppo Whatsapp e scatta come un allarme per tutti gli altri membri del gruppo che si rincorrono cercando di anticiparsi l’un l’altro per fare gli auguri ed evitare la figura di quelli che si dimenticano… poi io saró in 30 gruppi whatsapp quindi il telefono comincia a surriscaldarsi fino a diventare radioattivo.

Con Facebook l’effetto é anche più devastante: gli auguri cominciano a rimbalzare tra bacheche, cartelli, frasi, video… si genera un mini-evento mediatico dove tu sei il protagonista indiscusso.

Mancano solo le candeline e una torta virtuale da spartirsi in un centinaio di persone.

Anche senza torta virtuale l’ego trionfa, ci sentiamo importanti, riconosciuti, ricordati, amati, appagati.

Un bel bagno caldo di riconoscimento, una bella vasca idromassaggio di regali e auguri…

 

PAURA…

Poi però più si va avanti con l’età è più arriva l’altra sensazione… l’altro lato, il lato “oscuro”, una sensazione che vi avvolge cupa, velata di amarezza e che alle volte, soprattutto vicino alle decadi, può tramutarsi in ansia… quella sensazione che si chiama “vecchiaia che avanza”!

Si perché già ai trenta puoi avere una botta, i quaranta sono un trauma, i cinquanta fanno paura, i sessanta non ho neanche idea di cosa possano essere, e tutti i numerini che ti ci avvicinano sono quei gradini ripidi che ti portano sempre più giù… giù verso l’abisso…

Ricordo che un paio di mesi prima del mio compleanno di tre anni fa ero piombato in una specie di depressione “light”, come la CocaCola, mi svegliavo giù di morale, andavo in ufficio con la faccia di un boxeur che aveva preso un incontro al 12º round dopo averle prese negli altri 11, e quando gli altri mi domandavano cosa avevo rispondevo: “Niente… perché?!?”, ma sentivo di non essere ok.

Poi un giorno ho capito: erano i 40.

I 40 che si avvicinavano.

E con loro tutte le insoddisfazioni della mia vita, tutti i risultati mancati, gli obiettivi non centrati, i rimpianti, i rimorsi, i ricorsi e gli acciacchi dell’età. Come diceva Vasco in Liberi Liberi “…vuoi che dica anche se, soddisfatto di me, in fondo in fondo non sono mai stato, …”.

La paura che il tempo passi, che la vita scivoli via dalle nostre mani come sabbia bianca e finissima, e più stringi le mani per trattenerla più quella sfugge.

La paura di non realizzare i propri sogni, anche se spesso non so neanche quali siano veramente.

La paura di morire, e di non aver lasciato traccia del mio passaggio qui sulla terra… (vedi Post: “Cosa rimane di noi”)

 

LA PACE.

Poi pian piano si fa strada in me una voce, una voce prima leggera e poi sempre più profonda. E questa voce dice di lasciar perdere la Gioia e la Paura, che non devo misurarmi con chissà quali obiettivi, ma con qualcos’altro…

Mi chiede: “Sei un pochino più forte dell’anno scorso?”.

La forza che mi chiede é una forza interiore, non una forza fisica maggiore (per fortuna, visto che nonostante i piegamenti sulle braccia tutte le mattine non é che sia proprio Schwarzenegger…), e devo dire di sì, mi sento un po’ più forte dell’anno scorso anche grazie a un po’ di difficoltà che ho dovuto affrontare.

Poi mi dice: “Sei un pochino più paziente?”.

A questa domanda non so rispondere, sicuramente ci provo, ma non ho proprio la certezza di una risposta affermativa…

“Sei un pochino più col cuore aperto?” continua imperterrita la voce…

‘Dai, questo si!’ mi dico.

“Hai aumentato un po’ la tua Volontà? E la Gentilezza?”

Su questo c’ho dato dentro quest’anno e sento di essere cresciuto in forza di volontà, forse un pochino anche sulla gentilezza…

La voce conclude:

“Insomma, ti senti una persona un po’ migliore dell’anno scorso?

Allora stai sereno, e continua così…”.

Forse il senso degli anni che passano é semplicemente quello di continuare con il nostro cammino interiore, con la nostra evoluzione, cercando di migliorarci sempre, di affrontare le difficoltà con sempre maggior determinazione, e di imparare ad amare noi stessi e gli altri, anno dopo anno, uno pochino di più e meglio…

Grazie voce, buon compleanno anche a te!

 

Alberto

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