QUANDO TU SEI FELICE…


L’altro giorno ho sentito una canzone che ricordavo solo vagamente, questa canzone mi ha subito entusiasmato per il ritornello:

 “…perché ti voglio bene, perché mi vuoi bene….mi piace, mi piace quando tu sei felice, yeyyeye… ci piace, ci piace, quando siamo felici, mi piace, mi piace quando perdo la voce, perché ti urlo che sei bella quando tu sei felice yeyeyeyee…” 

Arrivata a casa sono andata alla ricerca di questa canzone e ho scoperto che era un singolo di una decina di anni fa di Leandro Barsotti. Al di là del fatto che mi sono messa ad ascoltarla a ruota e ballando qua e là ho scoperto che la canzone piaceva molto anche a Luce, mia figlia che oggi fa 16 mesi, e che la ballava in modo divertente sculettando a destra e sinistra.

Poi però questa canzone mi ha risvegliato anche una serie di riflessioni più sagge, di carattere spirituale, e ho pensato ancora una volta alla grande Anita Moorjani e alla sua poesia:

Quando sono venuta in questo mondo 

le uniche cose che sapevo fare erano amare, ridere

e far splendere la mia luce.

Poi crescendo mi hanno detto di smettere di ridere.

“prendi la vita sul serio”, dicevano “se vuoi farti strada”.

Così smisi di ridere.

La gente diceva: “Stai attenta a chi ami, se non vuoi che il tuo cuore venga spezzato.”

Così smisi di amare.

Mi dicevano “Non far splendere la tua luce perché attiri troppo l’attenzione”.

Così smisi di splendere

e diventai piccola

e appassii

e morii

solo per apprendere, appena morta,

che tutto ciò che conta nella vita,

è amare, ridere e far splendere la nostra luce!

E poi mi è venuto in mente anche Roberto Assagioli che a proposito della gioia scrive:

“La gioia scaccia le nebbie della depressione, ci libera dalla paura e soprattutto dal malsano impietosimento di noi stessi. 

La gioia poi è comunicativa, si effonde, si irradia sugli altri beneficandoli, creando tra noi e loro rapporti fecondi.

Perciò la gioia, lungi dall’essere qualcosa di cui farsi scrupolo, costituisce un vero e proprio DOVERE verso gli altri.”

Riflettendo sull’importanza spirituale della gioia e della felicità mi ritornavano in mente le parole lette nel libro di Anita: “l’Universo ci vuole felici”. 

Già, peccato che nessuno me lo abbia mai detto, nè i miei genitori, nè la scuola. L’unica forse era mia nonna Gianna, una donna molto spirituale, che quando veniva a trovarci si impegnava per farci felici, e se mi vedeva triste mi chiedeva il perché e cercava di porvi rimedio. Ma mia nonna purtroppo la vedevo due tre vote l’anno perché abitava a Venezia. E tutto il resto del mondo, gli altri adulti? Magari ti davano addosso se eri imbronciata, offesa, se tenervi il muso…ma nessuno che si preoccupasse di farti felice, e nemmeno di ricordarti dell’importanza di esserlo. 

 Viviamo in una società che ha sempre valorizzato la fatica, la sofferenza, la privazione. E che ci ha fatto sentire in colpa se eravamo felici. 

Ora spesso ci troviamo, più o meno inconsciamente, a rovinare la gioia degli altri. Magari mio figlio gioca felice, scherza e lancia mollicci per tutta la casa esultando… e io lo interrompo infastidita perché deve farsi il bagno, deve mangiare, lavarsi i denti, andare a dormire, vestirsi in fretta, andare all’asilo ecc, ecc… 

E noi ci preoccupiamo di rendere felici noi stessi? Forse se una persona è felice ha più rispetto anche per la felicità degli altri…

È un punto importante questo. 

Ma la felicità e la gioia non devono essere condizioni false, immagini di facciata che negano la sofferenza. 

La sofferenza esiste ed è reale. 

Se sai soffrire apertamente, con dignità, accettando la tua sofferenza, allora sai anche gioire, sai riscoprire la felicità. Proprio come i bambini che piangono e sono tristi, ma un attimo dopo sono felici e gioiosi.

Accettare di soffrire, accogliere la sofferenza è in realtà il primo passo verso la gioia. 

Ma dobbiamo ricordarci anche che l’Universo ci vuole felici, che mia nonna da lassù mi vuole felice. 

Ecco questo può essere molto importante nella vita di tutti giorni, perché molte volte essere tristi, svogliati, arrabbiati può essere un’abitudine, e non ci ricordiamo che faremmo meglio a godere di ciò che abbiamo, a usare la nostra Volontà per andare verso la felicità.

 Molti saggi dicono che alla fine essere felici è una scelta. 

Direi che hanno ragione, ma è soprattutto una scelta consapevole: dobbiamo sapere che dentro di noi abbiamo una parte sana e spirituale che vuole essere felice…. Ed è un nostro dovere accontentarla!

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