OCCHI DI GATTO

L’altra sera ero veramente spossata. La fine della quarantena ha regalato a molti di noi delle somatizzazioni da stress che si sono presentate alla riapertura, come se tutta la tensione accumulata fosse stata rilasciata improvvisamente. Io ho avuto una brutta gastrite e piano piano mi sto riprendendo, ma sono molto molto stanca. 

Insomma era venerdì sera e Alberto si apprestava ad andare al suo allenamento di water basket più pizza con amici dopo l’allenamento. So che ci tiene e si diverte, ma ci sono delle volte che “mors tua, vita mea” e l’idea di farmi la serata da sola coi bambini mi sembrava veramente una fatica insormontabile. Premetto che amo immensamente i mei bambini, ma, dopo essere stati rinchiusi per mesi a stretto contatto, litigano di continuo e la piccola, essendo nella fase oppositiva, è una bella “gatta da pelare”. Mi sono diretta da Alberto con aria affranta da cane bastonato e gli ho chiesto se poteva saltare la piscina. Lui avrà pensato lo stesso che ho pensato io: “mors tua, vita mea”, e così ha detto che lui sarebbe andato in piscina, ha fatto la borsa ed è scappato come un ladro. 

A certo punto ho pensato al libro il potere della Kabbalh, e anche se l’energia non era dalla mia, avevo la consapelvolezza che quando superi una tua difficoltà, quando non limiti la libertà dell’altro, quando ti affidi all’Universo, ecco che il problema svanisce, ed “entra più luce”. 

Ho pensato che non volevo che i mei figli ricordassero le serate soli con la mamma come il supplizio di stare insieme a un “gendarme isterico”, ma che le ricordassero con piacere, come delle serate in cui si può fare qualcosa di molto divertente e magari solitamente proibito. Per prima cosa abbiamo iniziato a cenare, Lorenzo (7 anni) mi ha chiesto di vedere una puntata di un cartone anni ‘80 di quelli che amavamo “noi adulti” quando eravamo piccoli . Abbiamo visto così una puntata di Occhi di gatto. Lui molto intrigato da queste bellissime “cattive”, Luce (2 anni e mezzo) non capiva molto ma si faceva contagiare dall’interesse del fratello. 

Abbiamo poi videochiamato la Nonna Niki, mia suocera, che i bambini adorano e a cui anch’io voglio molto bene e ci ė sembrato di passare un pezzo di serata con lei. Dopo ci siamo preparati per la notte, e già mi sentivo meglio, abbiamo letto un libro, poi mentre mi mettevo il pigiama ho iniziato a canticchiare la sigla di Occhi di gatto “Tre ragazze bellissime, sono tre ladre abilissime, tre sorelle furbissime…” allora Lorenzo mi ha supplicato di riascoltare la sigla, che in effetti è una delle canzoni più orecchiabili e coinvolgenti di Cristina d’Avena. Ed ecco la magia: la camera da letto si è trasformata in una discoteca con Lorenzo e Luce che saltavano scatenati sui cubi (il lettone) e io che ballavo con mosse e danze che mi ricordavano i balli latinoamericani di 15 anni fa al Cobà (locale milanese colombiano, sui Navigli, da me molto frequentato in gioventù).

 Dopo mezz’ora e più di balli eravamo tutti sudati, stanchi e felici. Ci siamo sdraiati al buio nel lettone ad ascoltare la meditazione di Enzo Liguori (maestro di Psicosintesi) che ha accompagnato i mei frugoletti nel sonno. Per chiudere in bellezza sono sgattaiolata in sala e mi sono vista una serie televisiva su Netflix (non vedo nè film nè telefim da secoli)!

Il potere della Kabbalh si è avverato: invece di buttarmi giù di morale ho provato ad affrontare i mei limiti, ho fatto felici i mei figli, ma anche la mia parte bambina che si sentiva triste e abbandonata e così ci siamo regalati una serata che rimarrà nella storia, mia e dei miei piccoli, per sempre.

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