TU SEI LUCE

Oggi ero un po’ triste, così senza motivo apparente, come a volte mi capita. Allora sono andata a passeggiare lungo il fiume e c’era una giornata stupenda, fredda e soleggiata: c’era aria di neve.

Mi sono seduta sulla sponda a sentire il sole sulla pelle e sono andata dal Saggio. L’esercizio del Saggio è una visualizzazione che ti fanno fare in Psicosintesi: quando hai qualche problema scali la montagna e vai dal Saggio. Ognuno ha il suo Saggio personale perché ognuno di noi è un essere unico. Ho salito la montagna, velocemente, non avevo tempo di mettermi a guardare il paesaggio o fare fatica, sono corsa dal Saggio. Gli ho detto che ero triste, e lui mi ha chiesto il perché. Non sapevo rispondergli, allora mi ha detto che se volevo potevo sedermi lì in braccio a lui: era come un nonno buono e io ero una bambina piccola. Mi ha detto che era un peccato che io fossi triste….”non ne hai motivo, tu sei luce, vai nel mondo e splendi!”. Mi sono sentita subito meglio, poi gli ho chiesto se potevo rimanere ancora lì, in braccio, mi ha detto di sì, però mi ha anche ricordato la mia missione. Dopo un po’ mi sono alzata e ho iniziato a camminare lungo il fiume, ero ancora triste, però mi risuonavano in testa le parole del Saggio e mi davano conforto. “Tu sei luce, vai nel mondo e splendi”.
Poi la giornata è proseguita con la sua routine, sono andata a prendere Lorenzo all’asilo: la maestra mi ha detto che era caduto, aveva un graffio e un brutto bernoccolo in fronte, aveva pianto tanto. Ma in fondo stava bene, per fortuna. Questa sera eravamo io e lui a casa perché Alberto era in piscina. Ho chiacchierato al telefono con un’amica per un po’, poi me lo sono preso in braccio mentre guardava felice il suo cartone preferito, Curious George. Siamo stati lì abbracciati per un bel pò in uno di quei momenti in cui si ferma il tempo. Verso le 10 l’ho messo a letto, e mentre scrivevo le gratitudini sul mio quaderno, ho chiesto a lui qual era stato il momento più bello della giornata (una pratica che facciamo da quest’estate), lui mi ha guardato negli occhi e un po’ in imbarazzo mi ha risposto “quando mi hai abbracciato”, si riferiva a poco prima sul divano. È stato come un tuffo al cuore.
E mentre scrivevo questo post mi è venuto in mente il Saggio, il Saggio che mi tendeva in braccio stamattina…quel Saggio ero io.

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