AFFERMARSI SENZA ARRABBIARSI

 

Affermare se stessi e la propria volontà è di primaria importanza per stare bene.
In realtà una pratica apparentemente semplice per molti non lo è affatto.

Affermare la propria volontà è un po’ come saper mettere i limiti (vedi post a riguardo), una cosa che si impara col tempo.

Ci si può trovare in difficoltà ad affermare se stessi perché da bambini magari abbiamo ricevuto un’educazione rigida: bisognava essere educati, non disturbare, non dare fastidio e così facendo ci hanno insegnato a ignorare i nostri bisogni e i nostri desideri. Bisogni di riposo, di avere del tempo per noi, per mangiare, per andare in bagno, per giocare.

Certe volte siamo noi che inconsciamente inneschiamo nell’altro un comportamento che io chiamo da “aguzzino”. Cercherò di spiegarmi meglio: se io mi sento in colpa a chiedere qualcosa a qualcuno (perché ci hanno insegnato a non chiedere e a non disturbare), quando chiedo lo farò in modo timido, con una parte piccola che si tira indietro, che vorrebbe non disturbare. L’altra persona percepirà questa nostra paura inconscia e tenderà a reagire alla richiesta tendenzialmente dicendo di no, o dicendo di sì in modo scocciato, facendoci sentire inadeguati. In questo modo inconsapevolmente rafforziamo l’idea che affermare i nostri bisogni non serve o è addirittura dannoso. In realtà è vero il contrario.

Vi faccio un esempio banale, siamo in viaggio con il nostro partner e dobbiamo andare in bagno, lui però si è fermato mezz’ora prima a fare il pieno di benzina e quindi non ha voglia di fare un’altra sosta all’autogrill. Se quando eravamo piccole siamo capitate in una famiglia dove non si ascoltava subito il bisogno del bambino, saremo abituate a tenerci il disagio e quindi ci sentiremo in colpa a chiedere di fermaci; quando alla fine lo faremo il nostro partner invece di rispondere con amore “Certo tesoro al primo autogrill mi fermo”, ci dirà sbuffando “Ma non potevi farla prima?” oppure “Non puoi aspettare che tra mezz’ora siamo arrivati?” ecc.
Allora i casi saranno due, o soffocheremo il nostro bisogno facendoci venire una cistite, oppure inizieremo a litigare con nostro marito.
“Ma è colpa sua che non si vuole fermare”, mi obietterete in molte. “Sì e no”, rispondo io, nel senso che probabilmente lui, da piccolo, ha avuto il nostro stesso trattamento e non è in grado di ascoltare nemmeno i suoi bisogni, figuriamoci i nostri! Ma se noi sappiamo prenderci cura di noi stesse sapremo affermarci con determinazione e senza sensi di colpa: “Devo andare in bagno, al prossimo autogrill fermati, grazie”.

Questa necessità di affermarsi è fondamentale in ogni situazione della nostra vita: se ci rubano un parcheggio, se ci danno il resto sbagliato in cassa, se una persona ci risponde con maleducazione, se abbiamo bisogno di aiuto in casa, se dobbiamo fare rispettare al nostro capo gli orari di lavoro senza ammazzarci di straordinari, e chi più ne ha più ne metta…

È importante notare che se non ci rendiamo conto della nostra tendenza automatica a non affermarci (per il quieto vivere) finiremo per incamerare da una parte molta frustrazione inconscia (io non valgo perché gli altri non si prendono cura di me), dall’altra a sbottare e litigare in un momento magari successivo (quando si accumulano troppe frustrazioni), o addirittura a rompere i rapporti (perché abbiamo accumulato troppo).

Come fare allora?
Ascoltiamo quella vocina dentro di noi (“Non è giusto, quella signora mi è passata davanti”… “Io ho bisogno di mangiare qualcosa”, “Devo andare in bagno”, “Stasera sono proprio stanca, non ho voglia di lavare i piatti”…) e affermiamoci con decisione e tranquillità.

Affermare i nostri bisogni e i nostri desideri è la cosa migliore che possiamo fare per noi e per gli altri.

Se l’automatismo a far finta di niente è troppo forte, e ci accorgiamo solo dopo del nostro disagio, è sempre importante affermarlo quando ce ne rendiamo conto (meglio tardi che mai!). Ad esempio possiamo dire a nostro marito:” Sai, stasera ho lavato i piatti, ma ero distrutta e avrei preferito se li avessi lavati tu, purtroppo non sono riuscita a chiedertelo, ma adesso, oltre alla stanchezza, ho accumulato rabbia nei tuoi confronti, mi dispiace”.
Parlare chiaro è sempre d’aiuto, ma farlo senza arrivare ad arrabbiarsi sarebbe meglio.

La rabbia si può man mano sciogliere  se riusciamo ad affermare noi stessi con pacifica determinazione e se siamo in grado di prenderci cura dei nostri bisogni.

 

 

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