DI CHE COSA SI VERGOGNANO GLI UOMINI?
Mi accingo qui a riprendere l’argomento della Vergogna che ho trattato in un mio post precedente.
Vediamo in questo quali sono le categorie, secondo Brenè Brown, che fanno nascere negli uomini questi sentimento così difficile da accettare.
– Vergogna è fallire. Al lavoro. Sul campo da football. Nel matrimonio. A letto. Con i soldi. Con i tuoi bambini. (…)
– Vergogna è essere sbagliati. Non fare qualcosa di sbagliato, ma essere sbagliato.
– Vergogna è sentire che ci manca qualcosa.
– Vergogna è il momento in cui gli altri pensano che tu sia un rammollito. È degradante e umiliante non essere visti come dei duri.
-Vergogna è mostrare debolezze. Essenzialmente, la vergogna è una debolezza.
– Vergogna è mostrare paura. Non puoi far vedere che hai paura. Non puoi preoccuparti qualunque cosa accada.
– Vergogna è essere visti come “il tizio che puoi mettere con le spalle al muro”.
– La nostra paura più grande è quella di essere criticati o ridicolizzati. Sono entrambe cose che ci fanno provare tantissima vergogna.
Queste sono le frasi che ha riportato un campione significativo di uomini, intervistati da Brenè Brown, in una delle sue indagini sul tema della vergogna.
Fondamentalmente gli uomini vivono sotto la pressione di un messaggio incessante: fa in modo di non essere percepito come debole.
Inizialmente, leggendo queste categorie, e non essendo un uomo, mi sembrò un elenco più per gli americani che per noi europei. Poi però, osservando meglio mio marito, e anche mio figlio, mi sono resa conto che non è così. Tutti gli uomini si vergognano per almeno qualcuna di queste categorie, se non per tutte: è come se fossero in qualche modo impresse nel dna maschile, così come per noi donne sono sempre ricorrenti le altre (vedi Post “Di che cosa si vergognano le donne“).
Un’altra cosa che mi colpì della Brown è quando dice che spesso siamo proprio noi donne, senza rendercene conto, ad essere spietate con gli uomini: vogliamo che loro si aprano e ci confidino le loro paure e sofferenze, ma quando loro lo fanno siamo terrorizzate. Sotto sotto non vogliamo un uomo debole, ma uno forte che ci protegga, quindi indirettamente favoriamo la chiusura e la vergogna negli uomini (come loro fanno con noi del resto!).
Ammetto che in effetti mi sono ritrovata anch’io in certe situazioni ad aver pensato “E se poi crolla lui che facciamo?!?”
Molte volte sono piuttosto spietata perché vorrei che mio marito fosse perfetto, come vorrei essere io perfetta, del resto. Però negli ultimi anni ho assistito a dei cambiamenti: più lui era in grado di accettare le sue debolezze e comunicarle, più io ero capace di accettarle senza spaventarmi. E i momenti reali di crescita nella relazione sono stati proprio quelli in cui anche lui è riuscito a svelarsi di più e io ad ascoltare senza giudicare, e senza voler trovare una soluzione immediata al problema.
Più cresci più ti accorgi che il vero coraggio sta proprio nell’ammettere le tue debolezze sia che tu sia un uomo che una donna. Mettersi a nudo fa paura, a volte crea vero e proprio panico, ma la luce che entra quando si riesce a farlo è qualcosa di immenso e avvicina sempre le persone.
Qualche tempo fa salutai Don Roberto dopo la messa, è il prete che ha battezzato me e Lorenzo 3 anni fa. Una persona veramente bella. Gli ho chiesto come stava, siccome è malato mi disse con franchezza che non aveva l’energia per fare tutte le cose che aveva da fare, che la malattia lo debilitava, che alle volte andava meglio, ma era sempre lì come una spada di damocle sulla testa. Non lo vedevo da alcuni mesi e mi sentii così privilegiata ad essere resa partecipe di questa confessione. Mi trasmise molta tenerezza ma mi mostrò anche la sua immensa forza, la sua accoglienza.
Poi trovai questa frase di Seneca:
“Ecco una cosa veramente grande: saper unire la debolezza di un mortale alla serenità di un dio”.
Quando hai imparato ad accettare la tua debolezza e imperfezione e quella dell’altro, uomo, donna bambino che sia, sei già un piccolo dio.
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