AFFIDARSI ALL’UNIVERSO
Nell’Universo ci sono due forze contrarie: il maschile e il femminile. La forza maschile è quella legata alla Volontà, all’azione, al “fare”. La forza femminile è legata all’accoglienza, all’attesa, allo “stare”.
Vivere in sintonia con l’Universo significa saper vivere in equilibrio tra queste due forze.
Molte volte i conflitti e le fatiche quotidiane sono legate allo squilibrio tra queste due forze. Alcuni di noi hanno troppa forza maschile: vogliono che le cose vadano come desiderano, cercano di controllare tutto con la mente, o con azioni “scomposte”. Altri di noi invece hanno un eccesso di femminile e quindi non agiscono in direzione della propria realizzazione e della realizzazione dei propri desideri. Aspettano passivamente che qualcosa accada.
Il giusto equilibrio sta nell’agire in modo che quello che vogliamo si realizzi, ma, dopo aver fatto le giuste azioni, bisogna far intervenire il lato femminile e cioè lasciare che il resto avvenga da sé, magari non nei tempi che noi avevamo stabilito.
Io, una volta, tendevo ad agire con la forza maschile e una volontà piuttosto forte, ora sto cercando di sviluppare quella che Yoav Dattilo chiama “il femminile della volontà”.
Cercherò di fare un esempio.
Voglio cambiare lavoro perché quello di adesso mi sta stretto: la mia parte maschile manda curriculum, contatta le persone che potrebbero dargli qualche suggerimento, sparge la voce in giro, fa ricerche online. Posso fare questa operazione per qualche mese, ma magari arrivo a un punto fermo: niente sembra muoversi verso la realizzazione del mio desiderio. A questo punto potrei essere sempre più nervosa e stanca e anche sfiduciata, e, se la mia energia è bassa, ad ogni azione fatta con ansia l’Universo risponderà con chiusura o in modo negativo.
È allora giunto il momento di fermarsi. Devo fare intervenire il femminile della Volontà, e quindi, avendo sempre presente il mio sogno, l’unica cosa che devo “fare” è imparare a “stare” ferma. Devo coltivare dentro di me la fiducia, devo analizzare le mie parti dubitanti, lasciare andare le mie parti rigide e mentali che vogliono tutto e subito, devo sostanzialmente “affidarmi all’Universo”.
Ma cosa vuol dire “affidarsi all’Universo?”
Ci sono tanti modi di affidarsi all’Universo, ognuno di noi può scegliere quello che più lo fa sentire bene. Si può pregare, fare meditazione, andare a fare una passeggiata in montagna o lungo il fiume, si può scrivere.
Io quando sono molto in difficoltà mi affido a mia nonna che non c’è più e le chiedo di darmi una mano, qualcosa che potrebbe suonare così: “Cara nonna, sono incastrata in questa situazione, non so proprio cosa fare, aiutami tu, fa che accada la cosa giusta per me”. Se ti affidi a Dio, a Buddha o a un parente caro che è in Quella Dimensione che noi non conosciamo è più facile lasciar andare il controllo.
Mi affido così all’Universo e lascio andare la pretesa di controllare e decidere tutto.
Lascio che passi del tempo, e lascio che l’ansia scenda e che torni il sereno.
Un’altra pratica molto bella si chiama “l’Anfora delle preoccupazioni”: prendo una scatola e scrivo le mie preoccupazioni di oggi su un foglietto, poi metto il foglietto nella scatola… ogni giorno, se voglio, posso scrivere una diversa preoccupazione.
E poi che faccio?
Niente. La lascio lì. Lascio che se ne occupi l’Universo.
A qualcuno sembreranno azioni semplicistiche e poco concrete, ma la bella (o brutta notizia, dipende dai punti di vista) è che noi controlliamo molto poco con la mente, e molto con le nostre forze inconsce, e ancor più con lo Spirito. Coltivare la fiducia e l’abbandono al flusso in realtà sono pratiche molto impegnative che richiedono forza e volontà.
Ricordo che a un seminario di qualche anno fa Carla Fani disse: “Bisogna imparare a seminare solo per il gusto di farlo, senza dover per forza aspettarsi che i frutti arrivino subito… potrebbero non arrivare mai, o arrivare tutti insieme, più avanti!”
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