VIVERE…NONOSTANTE TUTTO!
“La paura è senza motivo. Essa è immaginazione, e vi blocca come un paletto di legno può bloccare una porta. Bruciate quel paletto.”
(Rumi)
Faccio una premessa: febbraio non è mai stato un mese facile per me, come per tante altre persone. Il grigio e il freddo iniziano proprio a stufare, imperversano le influenze, siamo tutti carenti di sole e vitamina D. Di recente una mia conoscente ha dovuto affrontare un lutto molto pesante. Un amico ha scoperto di avere un tumore. E poi è arrivato in Italia il Coronavirus.
Non mi sono mai voluta occupare del Coronavirus e, anche se alcuni amici da mesi cercavano di farmi portare l’attenzione lì, ho cercato “di strane alla larga”. Ma poi, improvvisamente, è sbracato in Lombardia e pure in Veneto, hanno chiuso le scuole, le chiese, i cinema, hanno detto alla gente di stare a casa e di fare scorte alimentari. A me è sembrata tutto un po’ esagerato. A ben vedere ci sono cause di morte più diffuse e più gravi: bambini ammalati di tumori, l’aria che respiriamo è irrespirabile, neonati morti in culla…nessuno se ne preoccupa. Per questo virus c’è stata invece una mobilitazione totale. Però non sono un virologo, né uno scienziato e nemmeno un dottore. Non so se c’è un senso in queste misure precauzionali e in questo allarmismo. Ho sentito tesi complottisitiche sul perché questo virus “è stato diffuso” e del fatto che vogliono dimezzare la popolazione…oppure vendere più vaccini possibile, potrebbe essere tutto vero, ma io sinceramente non-lo-so.
Beh, ieri sono uscita a fare due passi lungo l’Adige, uno strano silenzio aleggiava in città, le poche macchine andavano piano come quando c’è il blocco del traffico e stanno circolando abusivamente. La gente non si guardava negli occhi. Ho sentito l’energia della città e questa energia aveva qualcosa a che fare con le parole “Paura” e “Fine del mondo”. Due giorni prima si festeggiava il carnevale per strada come se nulla fosse. Sono rientrata in casa e mi è venuta voglia di mettere la musica alta e di ballare. I miei bambini si sono scatenati con me al suono di “ I like chiopin, Vamos a la playa e Torero che cha cha”.
Oggi c’era la nebbia e di nuovo dalla finestra della cucina mi sembrava che fuori vivesse una città fantasma. Ho deciso di andare in gioielleria a far allargare alcuni anelli che erano lì da mesi, e stringerne uno vecchio di mia nonna. In quella gioielleria normalmente devi fare ore d’attesa, oggi non c’era veramente nessuno…avevo tre/quattro commessi solo per me! Ho fatto le mie commissioni felice, sorridevo alla gente per strada. In profumeria ho comprato un rossetto rosso mentre una signora anziana si affacciava a chiedere alla commessa se era arrivata l’amuchina. Poi, nel pomeriggio, a casa ho dipinto una tenda con tanti fumetti divertenti e di nuovo mi è presa questa voglia di ballare.
Non ho paura del Coronavirus, so che la vita di tutti noi è appesa a un filo, forse questo virus, vero o pompato che sia, mi ha semplicemente ricordato di celebrare la vita. Oggi ci sei domani chissà. Ma non per il Coronavirus…per qualsiasi cosa. “Si muore non perché hai una malattia, si muore perché si nasce” disse una volta Gemma Martino, una famosa oncologa. Non sappiamo quando ce ne andremo. Ma se oggi va tutto bene conviene godere il presente. Ama le persone che ti stanno accanto, canta, balla!
La morte fa paura a tutti perché non ne abbiamo esperienza, o, se una parte di noi ne ha già avuto esperienza, non se la ricorda. Chi ha avuto esperienze di pre morte dice che la morte è un luogo di Amore e di Pace, una sensazione di benessere totale, un volare liberi e felici, un ritrovare chi hai amato e ora non c’è più, un fondersi con Dio. Anche chi crede in queste cose ha comunque un po’ di paura. Ma non possiamo paralizzarci in casa dalla paura.
Se siamo vivi dobbiamo celebrare la vita. Viverla più intensamente. Spegnere i cellulari e la tv, stare nella Natura, fare l’amore, giocare con i bambini e ridere….soprattutto ridere.
Tich Nhat Han, un monaco vietnamita, dice che tutti i giorni dovremmo meditare sul fatto che prima o poi invecchieremo, ci ammaleremo e moriremo. Questo non vuol dire piangersi addosso, o chiudersi in casa in depressione, vuol dire che ogni passo che facciamo su questa terra dovremmo ricordarci del miracolo che è la vita, dovremmo ringraziare per tutte le cose belle che abbiamo, cercando di vivere nel presente e non perdendo tempo in ansie per il futuro o rimpianti per il passato.
“La paura ci fa vivere un miliardo di volte cose che non si avverranno mai…” dice Assagioli.
Qualcuno potrebbe obiettare che la paura è un’emozione atavica e che “non si può fare niente, se si ha paura”. In realtà possiamo sempre scegliere “dove stare”… possiamo accogliere la paura e poi scegliere di dedicarci a ciò che ci dà gioia. Allora ci accorgeremo che dentro di noi tutto può cambiare in pochi istanti.
“Ricordatevi sempre di accogliere ogni giorno che viene come un dono e come una sorpresa: così manterrete intatto dentro di voi il gusto della vita.” Roberto Assagioli
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