IL REGALO PIU’ BELLO

 

L’altra sera mentre stavamo sistemando la cucina ho detto ad  Eleonora:

“Ah, poi bisogna ricordarsi di pagare il corso di inglese di Lorenzo… Pingu’s English…”

“Chissà poi se serve..” ha risposto Eleonora: in effetti non abbiamo ben chiaro cosa abbia imparato Lorenzo negli ultimi 2 anni frequentando questa scuola il sabato mattina.

“Non so se sta imparando…” ho ripreso “…ma di certo l’inglese è il regalo più bello che gli possiamo fare, è la cosa più utile che lo potrà aiutare da grande…”

 

Sono fermamente convinto che l’inglese sia importante nella vita.

I miei genitori avevano insistito molto perché lo studiassi e fin da piccolo ero andato a corsi pomeridiani per impararlo, anche se mi annoiavo e non ne volevo sapere. Più tardi nella vita però ho riconosciuto di come lo studio dell’inglese mi avesse aiutato, su vari livelli: professionalmente, perché quando ho iniziato a lavorare la conoscenza della lingua mi ha aperto numerose possibilità, la prima fu quella di lavorare all’ufficio Erasmus della mia Università. Poi mi ha aiutato socialmente, infatti quando andavo all’estero riuscivo a comunicare con tutti e non ero in imbarazzo… e infine mi ha aiutato nel capire i testi delle canzoni che ascoltavo di gruppi stranieri, nel leggere e comprendere articoli di materie che mi interessavano scritti in lingua originale.

 

Poi ho guardato Lorenzo (5 anni) che ci osservava silenzioso vicino al seggiolone della piccola Luce e mi sono rivolto direttamente a lui dicendogli: “Sai Lorenzo che l’inglese è il regalo più bello che ti possiamo fare?!”.

Mi aspettavo qualche sua domanda, tipo: “Ma a cosa mi serve?” o “Perché è importante?”…

Invece Lorenzo è stato zitto qualche secondo, poi ha indicato sua sorella di 9 mesi e ha detto:

“Questo è il mio regalo più bello…”.

Poi ha aggiunto: “Il papà e la mamma sono i miei regali più belli….”.

 

Finché riusciamo ad ascoltare i nostri piccoli, e finché loro non perderanno la speranza di parlare con noi, avremo la possibilità di riscaldare il nostro freddo mondo con il calore che sprigionano i loro cuori.

“Sì, Lorenzo, anche tu sei il nostro regalo più grande, non un corso di inglese…”.

 

 

«Gli chiesi perché pensasse che i bianchi fossero tutti pazzi.
“Dicono di pensare con la testa”, rispose.
“Ma certamente. Tu con che cosa pensi?” gli chiesi sorpreso.
“Noi pensiamo qui”, disse, indicando il cuore».

Colloquio tra Carl Gustav Jung e il capo indiano Lago di Montagna

 

 

Alberto

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