L’IMPORTANTE È VIVERE

Qualche tempo fa io e Lorenzo siamo stati a giocare alla fontana dell’Arsenale vicino a casa. Lorenzo ha giocato tutto il tempo con un bambino e la sua macchina telecomandata che poteva andare pure sull’acqua e sulla neve. Io mi sono accorta che conoscevo il papà del bambino e così ci siamo messi a parlare. 

Mentre stiamo tornando a casa Lorenzo mi chiede quanti anni ha il bambino e gli dico che ne ha 4 e mezzo: un anno in meno di lui. Mi guarda stupito: “Perché è più alto di me se ha un anno in meno di me?”. In effetti Lorenzo è piuttosto piccolo di statura, come me e suo padre del resto. Gli spiego che non c’è una correlazione tra età e altezza, ma che se un bambino ha i genitori alti magari può essere più alto anche se è più piccolo di età. Lui sembra un po’ dispiaciuto. 

Allora gli dico: “Beh, sai poi nella vita non è importante essere alti, l’importante è essere simpatici.” 

Lui mi guarda e mi dice: ”No, sai cos’è importante, mamma? Non è importante essere simpatici, l’importante è vivere!” 

Lorenzo ha ragione non è importante né essere alti né simpatici, l’importante è vivere.

Questa frase mi è rimasta impressa nella testa e ogni tanto mi rimbomba come un mantra. 

Ritrovare la sacralità della vita è proprio dare valore alla vita così com’è. 

Se sappiamo vivere bene, come fanno i bambini, non abbiamo bisogno di cercare di essere più belli di quel che siamo né di essere simpatici, non dobbiamo nemmeno cercare l’approvazione altrui.

 In effetti non è che se sono basso allora per compensare il mio senso di inferiorità devo essere per forza simpatico. Io ingenuamente stavo già passando un senso di inadeguatezza a mio figlio e pure una sorta di necessità di essere simpatici a tutti i costi.

 Lui mi ha messo subito in riga: essere se stessi, questa è la cosa più importante…e vivere.

Ma il problema è che molti di noi non sanno più come si vive bene. Siamo occupati a essere diversi da come siamo, a sembrare più giovani, a fare più soldi, a dimagrire, a preoccuparci per il futuro, a rimpiangere il passato. 

Quando ero bambina anch’io vivevo nel presente e la vita era sacra. 

In questi giorni sto leggendo il libro di Alberto Simone “La felicità sul comodino”. Mi ha colpito un pezzo che afferma che, se ci sentiamo inquieti, se sentiamo che ci manca qualcosa, quel qualcosa siamo noi. 

Se non siamo felici è perché ci siamo allontanati dalla nostra natura. 

Oggi in effetti ero piuttosto inquieta e insofferente allora mi sono chiesta “Eleonora, cosa ti manca? La scrittura”, mi sono risposta, e così mi sono messa a scrivere.

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