COME AFFRONTARE LE SFIDE

Che la vita sia una scuola dove ognuno di noi debba evolversi e crescere è ormai chiaro più o meno a tutti. Chi non ha imparato una lezione continua a ripeterla all’infinito fino a che “non l’ha capita”. 

Ma cosa si deve imparare? 

Secondo me bisogna imparare ad amare se stessi e gli altri in modo incondizionato e quindi senza giudizio alcuno. 

Questo processo è lungo e laborioso e richiede molta umiltà e attenzione.

Molte volte non ci ricordiamo che siamo “a lezione” e quindi ripetiamo gli stessi errori più e più volte fino a che non arriva una mazzata più grossa… l’unica (forse) in grado di farci cambiare rotta.

Ma come si può fare a capire quale lezione stiamo imparando?

Ricordo che qualche anno fa lessi, su consiglio di Yoav Dattilo, un libro di Yehuda Berg: “Il potere della Kabbalah”. Non ricordo molto di quel libro, anzi mi piacerebbe rileggerlo con la consapevolezza di oggi, però mi è rimasto impresso un concetto chiave: “di fronte alle difficoltà della vita hai due possibilità, o ritirati e rimanere nella tua ferita (nella tua zona di comfort ovattata dai meccanismi di difesa), oppure affrontare la sfida “dell’Avversario” è così facendo assistere a un piccolo miracolo”. 

Vi faccio alcuni esempi:

– mi infastidisco con la maestra dell’asilo di mio figlio per qualcosa che è successo. Opzione uno rimugino, magari sparlo in giro, ma non le dico nulla perché nella mia vita non sono abituata ad affrontare i problemi. Opzione due vado direttamente dalla maestra e le spiego che ci sono rimasta male per la cosa che è successa.

– mio marito dimentica una ricorrenza tipo anniversario di fidanzamento, matrimonio, ecc. Opzione uno non dico niente, tengo dentro la rabbia, mi offendo e gliela faccio pagare poi con frecciate e cattiverie. Opzione due vado da lui e gli dico, col cuore aperto, che ci sono rimasta male, che mi ha fatto soffrire.

– devo dire di no a qualcuno per qualcosa che so che lo farà soffrire. Opzione una trovo una scusa, invento una bugia, mando un sms. Opzione due affronto la persona direttamente: a voce per telefono o di persona, spiego le mie motivazioni senza paura ammettendo le mie debolezze ma senza svalutarmi.

Insomma ci sono mille esempi in cui ci troviamo di fronte a due strade: quella apparentemente più facile ci dà una gratificazione immediata. Questa strada corrisponde un po’ a nascondere la testa sotto la sabbia: così facendo siamo come dei bambini che non vogliono farsi carico delle responsabilità della vita, e probabilmente in questo modo ci troveremo di nuovo davanti alla stessa sfida in futuro.

La seconda strada è più difficile, crea un senso di disagio e di resistenza dentro di noi, però, una volta affrontata, ci farà sentire meglio… se scegliamo la seconda via siamo cresciuti, abbiamo salito un gradino sulla scala della nostra evoluzione. 

Possiamo anche dire che abbiamo scelto la via dell’Amore.

Attenzione: non è che in automatico di fronte a un problema bisogna scegliere sempre la strada più difficile.  Bisogna ascoltarsi e sentire qual è la via più in linea con i nostri valori più profondi, quella che ci farà sentire persone migliori. 

Berg dice che se agiamo seguendo la seconda via avremo sconfitto “l’Avversario” e fatto entrare più Luce.

Vediamo negli esempi sopra citati cosa succede:

  • parlando con la maestra la scopro attenta e disponibile, ammettendo le mie perplessità lei si dimostra sensibile e più attenta alle esigenze di mio figlio. (Amore per me e amore per l’altro).
  • mio marito si scusa per la dimenticanza, do’ a lui la possibilità di rimediare e mi esercito col perdono, facendo pace ci ritroviamo più uniti di prima. (Amore per l’altro).
  • La mia franchezza e apertura suscita empatia nell’altra persona che accoglie un no detto “col cuore in mano”. (Amore per me e rispetto per l’altro).

Un altro modo per capire il da farsi di fronte a una scelta difficile è quello di porsi la seguente domanda: 

Se io fossi Saggio e senza paura cosa farei?

E ricordiamoci che seguendo la strada del Saggio faremo entrare più Luce.

 

Eleonora

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COMMENTI

Daniele

Leggo sempre i vostri articoli. Complimenti.
Vorrei però suggerirvi di rileggere attentamente ciò che avete scritto prima di pubblicarli, a volte ci sono errori di ortografia. È un peccato. Alla vostra profondità di pensiero dovrebbe seguire una profondità d’azione…

    albertoeleonora

    Grazie Daniele per i complimenti ed anche per la “tiratina di orecchie”: cercheremo di fare più attenzione agli errori di battitura!

    Un saluto e a presto,
    Alberto

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