LE SINCRONICITÀ

L’altro giorno stavamo raccattando le nostre cose dalla spiaggia dopo un pomeriggio al lago quando una coppia si avvicina e inizia a fare i complimenti a Luce, la mia bimba di 10 mesi. Quasi per caso iniziamo a chiacchierare, e la ragazza mi dice che ha un bimbo che ha appena cominciato la materna e che in quel momento era a casa con la nonna perché loro avevano bisogno “di prendere un po’ d’aria”. 

Noto che la ragazza è molto sensibile e un po’ triste, chiacchierando mi racconta che il distacco con suo figlio l’ha un po’ buttata giù. Improvvisamente mi viene in mente anche a me l’anno in cui Lorenzo aveva cominciato a dormire all’asilo, e quel senso di vuoto improvviso, una grande tristezza e la mia cara ferita di abbandono che si riapriva. Le dico col cuore in mano: “eh sì mi ricordo bene com’era stata dura anche per me, avevo passato un momento molto difficile….” . 

Lei si illumina in viso, e mi dice “Allora dici che è normale?!?! Io pensavo di essere l’unica!.

Capisco che sta giudicando la sua sofferenza, cosa che molti di noi, ahimè, fanno. 

La rassicuro dicendole che il suo stato d’animo è più che normale, poi mi chiede cosa faccio, le dico del blog, dei libri, del counseling. Si ripete due tre volte il nome del blog per memorizzarlo e mi ringrazia per il “mini intervento di Counseling”. 

Questo incontro mi ha dato gioia, ho capito che non era stato un incontro casuale, ma una sincronicità: probabilmente in quel momento ero stata di aiuto a quella ragazza in crisi, come molte volte altre persone incontrate per caso sono state di aiuto a me. 

Ricordo nel lontano 2009 feci un viaggio a Parigi con Alberto, ma invece di goderci il weekend romantico litigammo tutta la notte a causa mia e delle mie ferite. La mia paura di amare e di farmi amare stava rovinando la vacanza e la relazione. La mattina eravamo ancora tristi e scombussolati e io ero ancora nella mia bolla emotiva, decisi però di assecondare la sua proposta di andare a fare un giro a Montmartre. 

Mentre zitti e arrabbiati camminavamo per le viette colorate piene di negozi incontrammo dei cantanti di strada: la ragazza aveva un’energia strabiliante, avrà avuto più o meno la mia età e mi ha subito conquistata. Quella musica aveva qualcosa di talmente gioioso che mi ha fatto immediatamente uscire dalla mia bolla emotiva, (che è diventata improvvisamente una bolla di sapone da scoppiare).

Io e Alberto siamo tornati ad amarci.

La ragazza dopo qualche mese è diventata famosa e ha scalato le classifiche di tutto il mondo con la sua “Je Veux”… Ebbene sì, i miei “aiutanti spirituali” mi avevano mandato niente popodimeno che Zaz!

Le sincronicità sono quelle coincidenze che arrivano al momento giusto: un corso, un sogno, un libro, una persona, una frase, un video.

Sono delle “orchestrazioni” astrali che ti aiutano a proseguire per la retta via.

Spesso avvengono nei momenti di crisi, e spesso quando, presi dallo sconforto e dalla tristezza preghiamo, e chiediamo aiuto ai nostri cari che non ci sono più, o a Dio, a Buddha all’Universo. Le sincronicità quasi sempre ti fanno fare un salto di livello, un salto di consapevolezza momentaneo: come successe a me a Parigi riuscii a uscire immediatamente dalla mia “bolla emotiva”.

La cosa che mi colpisce ultimamente è di essere diventata anch’io, con i miei libri e col blog, una sincronicità positiva per gli altri. Forse, finalmente, dopo anni di lavoro su di me, posso restituire un po’ dell’amore e della fiducia che ho ricevuto. 

Non che io abbia mai smesso di chiedere… certe volte quando Luce mi sveglia per la 50esima volta nella notte per ciccucciare chiedo “vi prego Nonna Gianna e Nonna Wally fatela un po’ dormire!” …

E (spesso) funziona…;)

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