LA RESILIENZA: LA 1ª LEZIONE DI ROCKY BALBOA
Ci sono periodi della nostra vita nei quali tutto sembra essersi coalizzato contro di noi: si buca una gomma dell’auto, una riunione importante in ufficio va male, discutiamo con il nostro capo e la sera litighiamo con nostra moglie, ci ammaliamo e non possiamo partecipare ad una cena con amici a cui tenevamo molto, rimaniamo a casa a guardare la nostra squadra di calcio preferita ma questa perde 4 a 0 il derby…
Spesso capita che le cose negative di susseguano con una sincronicitá che ci sembra quasi diabolica e ci fa esclamare:
“É proprio vero che le disgrazie non vengono mai da sole…”.
Ad esempio a me é appena capitato che mia moglie ha preso l’influenza nel periodo delle ferie natalizie, in rapida sequenza l’abbiamo presa anche io e mio figlio, che sono 4 giorni che ha 39º di febbre.
Naturalmente abbiamo cancellato la vacanzetta prenotata in montagna a Vipiteno perdendo caparra e la possibilità di fare un po’ di snowboard.
Poi mi sono affacciato alla finestra di casa ed ho visto che qualcuno ha colpito lo specchietto della mia macchina frantumandolo in 1.000 pezzi.
Oggi é il 31 dicembre e quindi questo capodanno lo faremo in casa sotto le coperte, e probabilmente non riuscirò neanche a raggiungere i miei amici coi quali avevamo pianificato da oltre due mesi 3 giorni a Canazei dal 2 al 4 gennaio.
La resilienza…
Ecco, in questo periodo mi sento un po’ come un pugile nel ‘round’ sbagliato, ossia in quello in cui incassa una marea di pugni e quasi non riesce neanche a capire da dove stiano arrivando.
In quei momenti l’unica cosa da fare é chiudersi a riccio e cercare di ripararsi il più possibile per evitare il colpo del K.O., e resistere, finché non suona la campana, sapendo che se si arriverà al round successivo ce la potremo giocare ancora.
Il successo di Rocky viene tutto da lì: “la capacità di incassare i colpi senza finire al tappeto”, la resilienza appunto.
Sylvester Stallone a trent’anni (e circa 40 anni fa…) aveva capito già tutto e aveva scritto una sceneggiatura e costruito un personaggio tutto incentrato su questa qualità.
Il suo Rocky infatti non era un pugile forte, indistruttibile, veloce ed esperto… era un uomo che si scontrava con pugili professionisti, tecnicamente superiori a lui, ma con un’unica convinzione:
resistere fino al round successivo e finire l’incontro in piedi.
Quella era la sua vittoria: tenere duro, sopportare i colpi, andare anche al tappeto, ma riuscire a trovare la forza sempre per rialzarsi.
Nel finale del film Rocky 1 a fine incontro pronuncia la mitica frase:
“Adriana! Ce l’ho fatta!”.
E non aveva mica vinto il match!
Semplicemente era rimasto in piedi per 15 round contro il campione dei pesi massimi Apollo Creed, e aveva così raggiunto il suo obiettivo.
Addirittura in Rocky 2 riesce anche a vincere il titolo, perché, dopo aver resistito 15 round ed essere finito a terra in seguito a uno scambio di colpi insieme ad Apollo Creed, riesce a rialzarsi 1 secondo prima del suo avversario, prima che scadano i fatidici 10 secondi di tempo massimo.
Rialzarsi 1 secondo prima che scada il termine massimo e venga dichiarato il K.O…
Questo é un po’ quello che ci serve nella vita.
Alcuni dicono “Non mollare mai”.
Nel film di Garrone “Reality” un protagonista ripete in maniera un po’ ossessiva: “Never give up”.
Rocky lo faceva ripetendo a sé stesso “Ancora un altro round…”.
Nei periodi difficili che attraversiamo nella nostra vita possiamo provare a pensare di resistere, nulla resta com’é, tutto cambia, continuamente, incessantemente, tutto passa, dobbiamo solo tenere duro, far passare un po’ di tempo, e continuare a credere in noi stessi, attendere la campanella, quella campanella che segnerà la fine di un ciclo e l’apertura di uno nuovo, più mite e sereno per noi.
Auguri a tutti,
per un anno in cui la reslienza ci aiuti a resistere ai momenti duri della vita e ci possa anche sostenere nel raggiungimento dei nostri obiettivi!
Alberto
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