PRIMI PASSI

Ci sono pochi momenti nella vita in cui il cuore si ferma.

A me è successo con il primo bacio, la prima volta sulle montagne russe, quando ho passato l’esame di teoria della patente della moto, alla discussione della tesi di Laurea, quando sono nati i miei figli, quando ho seppellito la gatta anziana, quando Eleonora ha detto “Sì” al matrimonio, quando ho fatto il primo canestro in una partita ufficiale di Water Basket e ora posso aggiungere un nuovo momento: quando Luce ha fatto i suoi primi passi.

È successo oggi: era seduta sul gradino del bagno mentre noi (sua mamma Eleonora, suo fratello Lorenzo ed io) eravamo sdraiati sul lettone matrimoniale e ci stavamo preparando per andare a dormire.

Non potevamo sapere cosa stava per accadere, ma a un certo punto si è alzata dal gradino ridendo.

Tutti abbiamo capito che stava per succedere qualcosa.

In questi ultimi giorni riusciva ad alzarsi e rimanere qualche decina di secondi ferma in piedi, poi oscillava un po’ avanti indietro come su una tavola da surf fino a poi cadere seduta sul sedere imbottito dal pannolino.

Stasera, dopo che si è tirata su in piedi, con il suo sguardo magnetico e sorridente ci ha ipnotizzati e così siamo rimasti lì a guardarla.

Lei, continuando a fissarci con l’aria “Siete-pronti-?-Lo-spettacolo-sta-per-iniziare!”, dopo essersi raddrizzata con fare sicuro sulle sue gambette cicciottine, un po’ timorosa ma convinta, ha alzato il piedino destro e l’ha portato di fronte a lei di una manciata di centimetri, poi ha spostato il peso in avanti ed ha alleggerito il sinistro, che prima ha spinto fino al destro e poi ha appoggiato un pochino oltre…

Due piccoli passi e io ero in apnea.

Anche Eleonora e Lorenzo sono rimasti increduli e muti.

Da una parte stavamo per fare una hola come alla finale del 2006 quando abbiamo vinto ai rigori contro la Francia, dall’altra eravamo paralizzati col cuore in gola che ci aveva bloccato tutte le vie respiratorie.

Ogni suo passettino mi sembrava quello di una equilibrista su una fune tesa a 30 metri dal suolo e senza rete di protezione.

Ho rischiato l’infarto.

Intanto la piccolina ha continuato i suoi passettini imperterrita, senza guardarsi i piedi, ma osservandoci sorridente.

Era apparentemente sicura come una cantante che sta interpretando la sua hit più famosa davanti a migliaia di fan accorsi al concerto anche se in realtà la sua andatura era più simile quella di un burattino traballante: le gambette rigide si muovono come due stuzziacandenti facendo oscillare tutto il corpo, le braccia larghe sembrano tirate su e giù da fili ballerini e il peso grava pesantemente sui talloni…

Ma non importa: mia figlia Luce sta facendo i primi passi, è felice, e quella che per lei è una delle tante conquiste di tutti i giorni per me è un momento di gioia assoluta.

Con Lorenzo non ho avuto questa fortuna.

Ha fatto i primi passi anni fa una domenica in cui ero in trasferta con la squadra di Water Basket.

Combinazione anche oggi avevo la prima partita del Campionato di Water Basket a Bolzano ma, non essendoci organizzati coi piccoli, sono rimasto a casa e mi sono tornate in mente le parole di mio padre: “Ciò che avviene, conviene!”.

I bambini sono sempre in grado di sorprenderci e di metterci in contatto con le parti più genuine di noi, ed ecco che il gesto più banale della mondo, camminare, diventa uno degli spettacoli più belli che mai possiamo aver visto in qualsiasi teatro della terra.

I bambini provano a fare cose che non conoscono, si buttano, e sono i primi a meravigliarsi quando ci riescono.

Poi cadono, sorridono, e, sotto lo sguardo amorevole dei genitori, ripartono carichi di entusiasmo.

Così dobbiamo fare anche noi: abbracciare le nuove sfide che la vita ci pone, spingerci un po’ più in là di quello che siamo ora, gioire dei piccoli passi in avanti che riusciamo a fare e, quando cadiamo, cercare lo sguardo amorevole di chi ci ama, un compagno, un figlio, un genitore, un amico, così da racimolare quel tanto di energia che ci basta per rialzarci in piedi e riprendere il nostro cammino.

Grazie Luce per questo bell’insegnamento.

Alberto

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COMMENTI

Sentirsi a casa

“Se un bambino si arrendesse alla prima caduta, non imparerebbe mai a camminare.” – Louise L. Hay

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