LA VERA FELICITA’ E’ RELATIVA
Sono appena riiniziate le scuole e, mentre facevo colazione al bar, ho sentito dei genitori che si lamentavano. Il problema era che nella classe dei loro figli erano cambiati tutti i maestri e loro lo hanno saputo solo all’ultimo. Fra l’altro i loro figli andavano in quinta elementare e cambiare tutti i maestri alla fine del percorso scolastico non era il massimo.
Purtroppo, la scuola pubblica non sta attraversando un gran periodo. L’ho sperimentato anche io direttamente con mio figlio. L’avvicendarsi di varie maestre nei primi anni e la pandemia hanno fatto sì che lui e i suoi compagni hanno accumulato un po’ di lacune. Anche ad altre classi come la sua non è andata benissimo. Lorenzo era contento di aver rivisto i suoi amici e, a sua insaputa, poteva anche essere felice di non aver cambiato i maestri. Non è uscito esaltato dal primo giorno di scuola ma alla fine è stato abbastanza bene. La felicità è relativa.
Mia moglie non sta bene in questo periodo. Problemi fisici, nulla di grave, ma sente un senso di stanchezza costante e noioso e un po’ di dolorini che vanno e vengono. Il primo giorno di scuola dei bambini stava un po’ meglio del solito, anche se non era del tutto a posto. Il fatto di stare meglio fisicamente l’ha resa di buonumore anche se, comunque, non stava bene. La felicità è relativa.
Dopo aver fatto colazione al bar sono andato a lavorare nella sede in centro della mia banca. Avevamo delle riunioni con esterni e allora avevamo appuntamento con loro in centro a Verona. Per 13 anni ho lavorato in centro a Verona. Da un paio di anni mi hanno spostato e la mia sede di lavoro è in un edificio in periferia. Lavorare nel centro storico per me è sempre un piacere: c’è tanta bellezza nel centro storico delle città italiane. Mi dà gioia andare in centro. Certo, non stavo andando in centro a fare shopping, ma a lavorare. La felicità è relativa.
Anche quando si è in vacanza possono succedere 1.000 contrattempi: qualche ritardo che cambia i nostri programmi, dei piccoli problemi di salute, una pioggia inaspettata… Quindi anche quando siamo belli contenti in vacanza non sempre tutto è perfetto: la felicità è relativa.
Delle volte la felicità è relativa perché alcune relazioni che ci danno calore e affetto durano meno di quanto vorremmo.
Basti pensare ad alcune storie di amore. All’inizio siamo nell’innamoramento e tutto è meraviglioso, ma poi magari la storia finisce e ci sono strascichi dolorosi per entrambi i partner: spesso sta male, pur in modo diverso, sia chi lascia che chi viene lasciato. La felicità è relativa.
Siamo felici, anche se non sempre ne siamo consapevoli, di trascorrere del tempo con i nostri cari. Fa parte della vita, però, che anche queste relazioni non siano eterne. Viene il giorno in cui alcuni nostri parenti o amici stretti ci lasciano improvvisamente per quel viaggio unico e misterioso che è la morte. Siamo stati felici con loro, ma poi il viaggio si è interrotto. La felicità è relativa.
Ogni momento della nostra esistenza contiene zucchero e sale, dolcezza e amarezza, bellezza e disarmonia, ricchezza e povertà, gioia e sofferenza.
L’arte di vivere è quella di volgere il nostro sguardo verso le cose che vanno bene, gli aspetti positivi della nostra vita, della nostra giornata, nel nostro presente, ogni momento.
Non dobbiamo far finta che la sofferenza non ci sia. Non dobbiamo fingere che vada tutto bene anche quando dobbiamo affrontare dei problemi. No, questo no: è giusto riconoscere il bello e il brutto che ci capita. Il vero peccato è se ci focalizziamo troppo sul negativo e così facendo ci perdiamo tutto il bello che c’è.
O ancora peggio, se guastiamo i momenti positivi perché c’è qualcosa che non va, perché non sono perfetti. Magari osserviamo un tramonto incantevole ma c’è un vento freddo che ci infastidisce. Oppure siamo rilassati sulla sdraio con un bel drink nel nostro giardino ma la ventola del condizionatore del vicino fa rumore e ci disturba.
La vita non è perfetta, la felicità non è mai totale.
Nel mondo reale la perfezione assoluta non esiste. Non siamo in un mondo virtuale dove tutto è “apparentemente” perfetto. Eppure abbiamo la tendenza a volere che tutto sia bello, in ordine e giusto come lo vogliamo noi. E se questo non accade ci sembra di non poter essere felici. Pensiamo che la felicità debba essere assoluta. Ma non è così.
Nel mondo reale la felicità vera è relativa.
Dobbiamo saper stare nell’imperfezione e godere delle cose belle che abbiamo anche se non ci sono solo quelle, perché la vera felicità è relativa!
“Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.”
KHALIL GIBRAN
Alberto
Dott. Alberto Ruffinengo – Counselor Professionista a indirizzo Psicosintetico
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