sorriso

L’importanza del sorriso

In questi giorni ho trovato una bella storia sui social. Si chiama “L’importanza del sorriso”.

Un operaio lavorava presso una fabbrica di surgelati di pesce; mentre faceva il suo lavoro, un giorno, chiuse per sbaglio la porta del frigorifero mentre era dentro e iniziò a gridare aiuto, ma l’orario di lavoro era finito e non era rimasto nessuno in fabbrica, così si rese conto che stava per morire congelato. Ad un certo punto, però, la guardia della fabbrica aprì la porta della cella frigorifera e lo salvò da una morte terribile e sicura.

Il direttore della fabbrica chiese alla guardia: “come mai sapevi che l’operaio era ancora dentro e non era uscito?”

La guardia rispose: “nessuno degli operai mi saluta tranne lui che mi sorride sempre e mi chiede come sto. Quel giorno, alla chiusura, non l’ho sentito e nemmeno visto, sapevo, ero sicuro che era ancora in fabbrica, quindi l’ho cercato finché non l’ho trovato”.

La parola gentile ha salvato la vita di quell’uomo….

La gentilezza rimane impressa nelle menti e nei cuori, scioglie anche il ghiaccio, apre le porte di ferro e può anche salvare la vita.

Non so se la storia è vera o falsa, ma non importa: mi ritrovo nella sua morale.

Ricordati di sorridere.

Ogni tanto, anche quando sono concentrato, soprattutto quando sono concentrato, mi capita di rendermi conto che sono corrucciato.

Quando me ne accorgo sorrido.

Sorrido fisicamente, tiro su gli angoli della bocca e sorrido. Intanto continuo a fare quello che stavo facendo, però sorridendo, anche se sono da solo.

Quando gioco a water basket, che è uno sport come la pallanuoto ma per vincere bisogna fare canestro anziché goal in porta, nuoto, mi impegno e sorrido. Lo sport è competitivo, io do sempre il massimo per vincere con la mia squadra, negli allenamenti e nelle partite di campionato. Ci sono momenti di tensione, quando provi a intercettare la palla all’avversario o quando l’altro ti ostacola più o meno regolarmente per non farti tirare a canestro. Ci sono scontri di gioco, manate, trattenute, gomitate, calci e delle volte anche pallonate in faccia. Ma resta sempre un gioco.

Io gioco, mi diverto, commento e sorrido.

Non è sempre facile sorridere. Sorridere non vuol dire che non ci siano nella nostra vita momenti in cui discutiamo, siamo tristi e percorriamo tutte le montagne delle nostre emozioni.

Sorridere è una pratica, al pari di altre, come le gratitudini, gli apprezzamenti, i momenti felici…

Una pratica che possiamo inserire nella nostra vita quotidiana.

Una pratica che rilassa il nostro corpo, i nostri organi, il nostro respiro, la nostra mente e influenza il nostro umore.

Anche le neuroscienze ci rendono consapevoli dell’importanza del sorriso.

I più recenti studi condotti con le metodiche di brain imaging mostrano gli effetti di sedazione neuromotoria e antidolorifici del riso, del sorriso e dell’umorismo in opposizione all’ansia, alla paura e all’allarme. Sono una modalità per affrontare le tensioni e le inquietudini della vita quotidiana e come rimedio alla sofferenza e all’angoscia. Ridere stimola poi la produzione di endorfine e di altri oppioidi, che sono chiamati sostanze del piacere e del benessere e che aumentano le difese immunitarie. Le emozioni positive indotte dal riso aumentano i livelli di serotonina e dopamina, che creano appagamento, sedazione neuromotoria, buon umore, gratificazione e benessere. (Fonte: Neuroscienze.net/ La terapia del sorriso, G. Brunetti, 4/02/2019).

Come tutte le pratiche, devi iniziare forzandoti un po’, poi piano piano, mano a mano che i circuiti neurali nel cervello si rafforzano, diventa un automatismo, come guidare la macchina.

Anche se abbiamo avuto una discussione, un conflitto, passato un po’ di tempo, possiamo tornare a sorridere, ricordandoci che rimanere nell’astio danneggia solo noi stessi.

Anche quando attraversiamo un periodo di tristezza, possiamo ogni tanto prenderci una pausa dai pensieri malinconici e possiamo guardare qualcosa che ci piace, fare qualcosa che ci piace, e sorridere.

Non è necessario che ci sia qualcuno davanti a noi. Non dobbiamo pensare che sorridere è una cosa da fare solo in compagnia di altri. Dobbiamo sorridere a e per noi stessi: sorridere a quello che facciamo e a quello che abbiamo.

Sorridere alla vita che c’è.

Poi è naturale che è fondamentale anche sorridere quando siamo con altre persone. Sorridere è un regalo che possiamo fare a chiunque. A te non piace quando qualcuno ti guarda e ti accoglie con uno sguardo buono e un sorriso sul volto? Allora puoi regalare le stesse emozioni di accoglienza agli altri.

Motivi per essere arrabbiati, tristi, pensierosi, tesi, ansiosi, ce ne sono milioni. Basta leggere un quotidiano qualsiasi, ascoltare un telegiornale, sentire un dibattito politico o farsi invadere dalla cronaca nera. Tutti questi spunti hanno un impatto su di noi, sul nostro umore e sul nostro corpo. E poi noi riverberiamo le emozioni che proviamo nell’ambiente in cui viviamo, le propaghiamo verso le persone che ci stanno vicine.

E in questo abbiamo una grossa responsabilità. Possiamo disconnetterci da queste “ondate di negatività” che ci arrivano e scegliere di essere un canale di gioia. Possiamo essere un canale di luce, di pace e di bene, come ripete instancabile nelle sue meditazioni mattutine Vincenzo Liguori, un insegnante della scuola di Psiscosintesi.

Abbiamo un potere straordinario, come i supereroi che possono volare, rigenerarsi o sollevare le montagne: è quello di contattare il sorriso e diffonderlo intorno a noi.

E come tutti i poteri comportano anche responsabilità: quindi prenditi la responsabilità delle tue labbra, del tuo sguardo, e del tuo sorriso!

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