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QUANDO SOPRAGGIUNGE LA RABBIA: UNA SEMPLICE PRATICA PER STARE MEGLIO

Settimana scorsa mi è capitato di irritarmi con un collega in ufficio.

Nonostante il percorso fatto per diventare counsellor e i corsi di mindfulness mi arrabbio ancora.

Me ne accorgo perché il tono della mia voce si alza, si fa più acuto di un paio di ottave, le parole cominciano a uscire freneticamente senza pause e praticamente smetto di respirare. Sento anche il cuore che batte più forte, arrossisco in viso, un calore mi pervade e i gesti del mio corpo diventano più scattosi.

Pazienza.

Mi sono arrabbiato…

Ne prendo atto.

Le persone intorno a me reagiscono alla mia rabbia: c’è chi si arrabbia a sua volta e chi sta zitto perché prova paura (non certo per la mia stazza…).

Questo teatrino fa soffrire tutti.

E non di rado mi succede di “rimanere” di cattivo umore per parecchio tempo dopo la lite e di irritarmi facilmente per piccole cose che mi capitano senza veri motivi.

Spesso ci vuole un po’ di tempo per “sbollire”.

Questo mi succede al lavoro, ma analoghe reazioni possono far parte della nostra vita anche negli ambiti della vita privata, con la propria compagna di vita, con i figli, con i genitori, con i fratelli (vedi il post di Eleonora: “Sorelle: amore oltre il conflitto”) o, talvolta, con gli amici.

 

Come calmarsi.

Ognuno ha i suoi metodi: c’è chi esce dalla stanza, chi telefona alla mamma, chi sbatte gli oggetti, chi strappa energicamente fogli di carta, chi va in bagno, chi si accende una sigaretta, chi scarabocchia su un foglio…

Io scrivo.

Scrivo quello che è successo, parto dai fatti, poi scrivo le mie emozioni e i miei pensieri.

Dopo che ho scritto esco dalla stanza, telefono alla mamma, sbatto gli oggetti, vado in bagno, mi accendo una sigaretta, scarabocchio sui fogli…

Scherzo 😉

Ad esempio la settimana scorsa ero in riunione con altri quattro colleghi. Stavamo pianificando le attività per il lancio di un nuovo prodotto. Avevamo trovato l’accordo su vari temi: le caratteristiche del prodotto, la data di lancio e i materiali da produrre a supporto. Non eravamo d’accordo però sull’attività di formazione. Io avevo un’idea e il mio collega Dario un’altra. La comunicazione dopo pochi scambi era diventata muro contro muro e i toni si facevano sempre più accesi.

Pian piano il conflitto dal problema sull’attività di formazione stava passando sul piano personale:

  • “Ma possibile che non capisci questa semplice cosa?”
  • “Ma no! Sei tu che non capisci!!!
  • “Ma è logico che bisogna fare così!”
  • “Ma sarà logico per te ma mica per tutti!!!”

Il tono della voce si era già alzato e le parole uscivano senza pause. Anche il respiro era bloccato.

Ero nella rabbia (il colore della faccia di Dario mi suggeriva che anche lui provava la stessa emozione…).

Me ne sono accorto e ho dato uno stop: “Ok, ne parliamo in seguito, tanto è una attività su cui possiamo lavorare dopo…”.

Abbiamo chiuso la riunione e ognuno è tornato nel suo ufficio.

 

Ed io mi sono messo a scrivere.

Prima ho scritto le sensazioni che stavo provando, cercando di capire cosa mi stava succedendo.

Ho pensato che mi ero arrabbiato per colpa della testardaggine di Dario.

Poi ho ricapitolato i fatti per iscritto e, nello scrivere le affermazioni del mio collega, ho capito il suo punto di vista. Effettivamente su alcune cose aveva ragione… (meglio capirlo tardi che mai!).

Continuando a scrivere mi è venuta in mente una soluzione nuova, che comprendeva il mio e il suo punto di vista.

Mi sembrava perfetta, ero contento.

 

Quando ho condiviso la mia nuova proposta (il giorno dopo) a gruppo di lavoro sono rimasto quasi sbalordito dal fatto che tutti erano d’accordo, pure Dario: sicuramente averla presentata con un po’ più di umiltà rispetto a come mi ero posto il giorno prima ha sicuramente aiutato!

Alla fine la discussione è servita a trovare una soluzione migliore, come per fortuna qualche volta accade.

 

Un esercizio che faccio quando mi rendo conto di essermi arrabbiato è:

  1. fare (almeno) 1 bel respiro
  2. creo uno “STOP” alla comunicazione, come ad esempio: “Scusami, ma ora non mi sento di discutere ulteriormente questo punto perché mi rendo conto che sono un po’ alterato, riprendiamo quando sono un po’ più tranquillo…”. Qui devo stare attento a dire che “io sono alterato”, perché se ci scappa “interrompiamo perché TU SEI ALTERATO è la fine!
  3. mi prendo una pausa, perché se passo ad un’altra comunicazione subito dopo rischio di prendermela senza motivo con il nuovo interlocutore!
  4. provo a capire le ragioni della rabbia: perché mi sono arrabbiato?
  5. mi metto nei panni dell’altro: perché si è comportato così? Quali sono i bisogni o i desideri dell’altra persona?
  6. lascio andare: qualora non sia riuscito a trovare un punto in comune con l’altro posso sempre scegliere di lasciare andare la rabbia e aspettare che il tempo faccia il suo corso!

 

Non riesco sempre a fare tutti questi passaggi, ma quando lo faccio il risultato è assicurato!

Alberto

 

“La rabbia può nutrirsi di te per un’ora, ma non giacere per una notte; la continuazione della rabbia è odio, la continuazione dell’odio diventa cattiveria.”

(Francis Quarles)

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LA TORTA DELLA VITA

 La nostra vita è fatta di equilibri. Stare bene significa armonizzare la nostra vita e non farci fagocitare da un area a scapito delle altre. Ci sono delle volte in cui sentiamo stanchezza, svogliatezza e poca gioia. Potrebbe essere che questi sentimenti emergano per uno squilibrio in qualche area della nostra vita. Che ci manca per essere felici?
Eccomi a suggerirti un esercizio che io adoro e che propongo sempre ai miei corsi di sblocco creativo. Questo esercizio è preso dal libro “La via dell’artista” di Julia Cameron, un libro, consigliatomi una decina di anni fa da mia cognata Arianna, che a me ha cambiato la vita.

(se sei interessato al libro puoi acquistarlo qui: La via dell’artista. Come ascoltare e far crescere l’artista che è in noi di Julia Cameron”).

Ma veniamo a noi:
 
ESERCIZIO
 
Prendi un foglio di carta e disegna un cerchio, dividilo poi in sei fette in cima a ogni fetta scrivi una parola: lavoro, esercizio fisico, spiritualità, gioco, amici, amore.
 
Ora metti un puntino o una crocetta in ogni fetta corrispondente al livello in cui ti senti impegnato in quel campo (es. non mi occupo per niente di spiritualità metto un punto verso il centro del cerchio, se lavoro 10 ore al giorno metto un puntino in altissimo verso l’esterno ecc.).
Completa questo esercizio per tutte le fette e poi…unisci i puntini!
Ora ti apparirà una strana forma probabilmente appuntita. La forma ideale è che i tuoi puntini uniti rappresentino un cerchio. Ma tranquillizzati, questo è difficile che accada.
Senza giudicarti ora guarda la tua forma: ti accorgerai delle aree della vita in cui sei sbilanciato, magari lavori troppo, e la tua spiritualità non è per niente sviluppata, magari fai poco esercizio fisico, o troppo e così via.
Ora prendi un altro foglio e scrivi degli atti di volontà che ti possono far riequilibrare la torta.
Per esempio:
  • se lavori troppo: “cerco di organizzarmi meglio e di uscire mezz’ora prima ogni giorno”
  • se non ti senti un tipo “spirituale”: ” mi impegno a passare almeno 5 minuti al giorno in silenzio ad ascoltare il respiro”
  • se vedi pochi amici: “penso a qualche amico che ho piacere di rivedere e fisso una pizza insieme…”
  • se sei single e desideri un compagno o una compagna:  ” posso iscrivermi a quel corso di…che  mi ispirava così comincio a conoscere gente nuova,  inizio a fare la pratica di incontrare la persona giusta per me
insomma tieni con te la tua torta della vita e usala come mappa per riequilibrare le aree vedrai che in breve tempo sarai più felice!
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LO SPACE CLEARING PER STAR MEGLIO IN UFFICIO ( e non solo…)

Io sono uno che ha sempre rimandato le cose da fare.

Pagare le multe e le bollette, andare in posta, fare il tagliando della macchina, programmare le vacanze, preparami per gli esami universitari, …

Per me c’era sempre tempo fino alla scadenza, ma, quando questa arrivava, spesso ero impreparato e molte volte mancavo clamorosamente agli appuntamenti.

Avevo un disordine mentale che si rifletteva sullo spazio fisico.

Spese condominiali, assicurazioni da pagare, tasse, rette dei corsi, tutto si mischiava con le rispettive buste e trovava spazio nei posti più disparati: dalla scrivania dell’ufficio alla libreria nella sala di casa, dai cassetti dell’armadio alla borsa da lavoro, dal tavolo in cucina e alle tasche delle giacca …

Un vero disastro.

Ti lascio immaginare quanti interessi di mora per ritardo ho pagato su multe e bollette, quanti appelli universitari ho saltato e soprattutto quanti rischi ho corso di circolare con auto o Vespa senza assicurazione.

Poi, un bel giorno, è arrivato lui, il mio salvatore, la mia illuminazione, uno dei miei maestri e guide: lo Space Clearing!

E’ entrato nella mia vita nella maniera più subdola, sotto mentite spoglie, passando tramite i miei affetti, anzi, per la porta principale dei miei affetti, mia moglie.

Lei un giorno mi ha detto: “Alberto, leggi questo, ti può servire… io lo sto facendo e funziona…” ed ha lasciato cadere con nonchalance sul divano vicino a me il libro della Marie Kondo “Il magico potere del riordino”.

Così ho conosciuto lo “Space Clearing”, il mitico, l’unico e inimitabile, la quint’essenza del buddismo e della spiritualità.

Ora, se sei un uomo, so che stai pensando che sono robe da donne, ti capisco ma ti dico solo una cosa: provalo, poi mi dirai.

Da quando ho fatto amicizia con lo “Space Clearing”, e devo confessare che c’è voluto un po’ di tempo, riesco a concludere le cose che mi propongo di fare ogni giorno, sia lavorative che personali, esco dall’ufficio mediamente un’ora prima e le mie valutazioni in ufficio sono migliorate.

Se vuoi provare, eccoti una “sequenza” di cose da fare per “affrontare” la tua scrivania in ufficio!

I passi sono semplici, ma necessitano di un sacco di impegno (all’inizio). Io l’ho fatto e la foto in fondo è quella della mia scrivania!

  1. Assumiti la responsabilità: così non puoi andare avanti, ‘devi’ e ‘puoi’ fare qualcosa fin da subito per uscire dal “tunnel del caos”…
  2. Focalizzati sull’obiettivo: oggi mi occupo del disordine della mia scrivania e della gestione caotica delle impellenze burocratiche (sì, sono due temi che possiamo affrontare insieme, questa è sintesi!).
  3. Procurati  2 faldoni e 1 scatola
  4. Prendi tutte le carte accumulate sulla tua scrivania e appoggiale su una superficie completamente libera
  5. Fai 3 pile (attenzione: questo è il passaggio più importante):
    1. “Documenti in uso”: metti nella scatola tutti i documenti che ti servono in questo momento, come ad esempio la tua “to do list”, la lista della spesa, gli appunti e i materiali che ti servono per la riunione col capo di domani, le bollette da pagare, etc.
    2. “Documenti necessari per un periodo limitato”: in un faldone metti i contratti di assicurazione, il bollo dell’auto, quello dell’affitto, il calendario degli spettacoli teatrali di quest’anno o del cineforum, …
    3. “Documenti da conservare”: nel secondo faldone tieni il tuo diploma di laurea o del corso che hai frequentato con profitto, il contratto di acquisto dell’automobile o della casa, …
  6. Butta via tutte le cose che non rientrano nelle categorie sopra esposte: vecchi estratti conto, libretti di istruzioni degli elettrodomestici, ricevute di pagamenti, …
  7. Riponi in uno scaffale i 2 faldoni “Documenti necessari per un periodo limitato” e “Documenti da conservare”, mentre tieni bene in vista sulla scrivania la scatola con i “Documenti in uso”. In questo modo, i tuoi occhi ogni giorno cadranno su quella raccolta di documenti e, prima che tu te ne possa rendere conto, smaltirai ad una velocità sorprendente tutte quelle impellenze che da tanto rimandavi!

Lo space clearing ti aiuterà a sentirti meglio con te stesso e con gli altri e di acquisire una lucidità mentale e una sicurezza che non pensavi di avere!

In bocca al lupo!

Alberto

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COSA HO IMPARATO DAI MIEI 38 ANNI

Oggi è l’8 gennaio, il mio compleanno. Per celebrarlo ho pensato di condividere con te quello che ho imparato nella mia vita:

  1. che un bambino piccolo va addormentato
  2. che fare snorkeling è una delle cose più belle della vita
  3. che quando ti trovi una chiamata persa è meglio richiamare il prima possibile
  4. che la passione e l’amore vero non coincidono affatto, anzi: spesso le passioni bruciano in fretta, mentre il vero amore va alimentato nel tempo, come un fuocherello nel camino del salotto
  5. che il parto cesareo non è affatto una passeggiata
  6. che non devi essere uguale agli altri, ma devi trovare chi sei realmente
  7. che farò yoga per tutta la vita
  8. che le difese in amore sono una brutta bestia
  9. che tenere in ordine e avere la casa pulita è una pratica zen
  10. che quando stai male devi chiedere aiuto
  11. che il tuo corpo ha bisogno di massaggi
  12. che non siamo mai soli anche quando pensiamo di esserlo
  13. che pregare e meditare fa bene
  14. che allattare è una cosa magica, ma quando sei stufa smetti
  15. che rimuginare troppo non va bene, a volte è meglio una passeggiata
  16. che lo spaceclearing ti cambia la vita
  17. che le lampade solari fanno male e anche prendere troppo sole, meglio che proteggi la pelle finché sei in tempo
  18. che essere mamma è faticosissimo
  19. che essere mamma è la cosa più bella del mondo
  20. che ci sono poche amicizie vere, ma quelle sono sacre
  21. che passare tempo nella natura ti ricarica l’energia
  22. che i desideri si avverano, quasi sempre
  23. che non è importante diventare famosi
  24. che bisogna dire la verità
  25. che con il tuo compagno o la tua compagna deve esserci fiducia e bisogna dirsi tutto
  26. che la vita vera è fatta di piccole cose
  27. che non mi piace andare al mercato ma ci vado per mangiare sano
  28. che è importante avere un buon pediatra per tuo figlio, accontentarsi non basta
  29. che se ti capita una disgrazia un messaggio c’è sempre, ma lo capirai più avanti
  30. che non bisogna insistere per far mangiare tuo figlio
  31. che quando una persona ti è antipatica è perché le invidi qualcosa o perché hai qualche difetto in comune con lei
  32. che troppi dolci fanno venire stanchezza
  33. che sono importanti le azioni non le parole
  34. che se vuoi puoi perdonare
  35. che chi è cattivo soffre
  36. che i compleanni vanno celebrati
  37. che quando sei arrabbiato è meglio che ti fermi e ti prendi cura della tua rabbia
  38. che per essere felici bisogna volerlo

Eleonora

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COME INCONTRARE IL PRINCIPE AZZURRO

Quasi tutti ormai conoscono la legge dell’attrazione. C’è chi ci crede completamente, chi pensa sia solo una trovata new age, chi è curioso e scettico al tempo stesso.

Nel Vangelo c’è scritto: “Chiedi e ti sarà dato”.

Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Poiché tutti coloro che chiedono riceveranno, tutti coloro che cercano troveranno, a tutti coloro che bussano verrà aperto (Matteo, 7,7-11)

Io facevo parte di quelli che “ci credono ma sono anche un po’ scettici… però tentar non nuoce”.

Tanti anni fa chiesi di incontrare l’uomo della mia vita. Non lo chiesi così tanto per fare, quello era un  periodo di grandi cambiamenti: mi stavo lasciando con il mio fidanzato di allora, stavo attraversando una crisi esistenziale e spirituale, mi ero avvicinata al Buddismo e alla Psicosintesi e avevo cominciato una terapia. L’ultima cosa che volevo in quel periodo era rimanere da sola. Diciamo pure che non ero in grado. Le cose col mio ex non funzionavano per niente però stare senza di lui mi faceva paura.

Così la sera, per stare meglio, avevo iniziato a fare delle pratiche: dicevo le preghiere,  recitavo mantra e chiedevo intensamente di incontrare “l’uomo della mia vita”. Lo facevo con passione e desiderio: ci mettevo molta energia in questa richiesta.

Iniziai in quel periodo a uscire con Alberto, un mio amico del corso di teatro, non sapevo se era l’uomo della mia vita, anzi all’inizio pensavo fosse un’avventura così, ma in quel momento uscire con lui mi faceva stare bene così continuai a farlo.

Sono passati 9 anni da allora. Io e Alberto ci siamo sposati nel 2011 e nel 2013 è nato Lorenzo. Non sono state tutte rosa e fiori: la nostra relazione è molto bella e molto complessa. Tante volte gli ho detto che l’avrei lasciato perché “mi faceva soffrire”.  Anche oggi glielo dico quando litighiamo. Per fortuna poi le bufere passano e noi ci impegnamo ad amarci e a superare le difficoltà.

E allora come fare?

La chiave di chiedere in modo corretto è quella di affidarsi all’Universo, o a Dio, o a “qualcosa di superiore”  in qualsiasi modo tu voglia chiamarlo.

– Se chiedi “voglio stare con Marco, o con Sabrina, voglio quella casa rossa sul ponte, o quel lavoro di commessa…” non funziona perché non puoi sapere se quella persona è giusta, se quella casa o quel lavoro fa per te. Se invece ti affidi all’Universo “lui sa”.

– Devi quindi avere ben chiaro il tuo desiderio, ma non devi fissarti su qualcosa di specifico.

– Chiedi dunque di “trovare l’uomo della vita”, “la casa dei sogni”, “il lavoro che fa per te”.

Io per esempio chiedo sempre di “svolgere il mio compito qui sulla terra”.

– Fallo tutti i giorni, con amore, con fiducia, con energia, nel silenzio, da sola, magari accendendo un incenso e una candela.

Mi chiedi se funziona?

Con me ha funzionato.

Certo, ti devo svelare un segreto: “il principe azzurro non esiste”.

Esistono però uomini in carne e ossa fatti per te, con problemi come te, con la voglia di essere amati e riconosciuti, con mille paure e che commettono errori.

Esistono uomini perfetti come lo sei tu… o imperfetti come te 🙂

Se vuoi un uomo così, se lo vuoi veramente, chiedi che arrivi l’uomo della tua vita, poi rimboccati le maniche e fai di tutto perché  la storia “funzioni”. Volere è potere.

Il patto però è che uno deve crederci completamente, allontanare ogni dubbio ed avere fiducia.

E se chiedi ti sarà dato!

Allora Gesù rispose: “Abbiate fede in Dio! Io vi assicuro che uno potrebbe dire a questa montagna: Sollevati e buttati in mare! Se nel suo cuore egli non ha dubbi, ma crede che accadrà quel che dice, state certi che gli accadrà veramente. Perciò vi dico: tutto quello che domanderete nella preghiera, abbiate fede di ottenerlo e vi sarà dato.” (Marco. 11,22-24)

Eleonora

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I MOMENTI PIU’ BELLI

Quali sono i momenti più importanti della vita?

Me lo sono domandato, ed ecco la mia lista:

  1. quando è nato Lorenzo.
  2. quando Eleonora, vestita di bianco, ha detto “Sì”.
  3. il giorno della laurea.
  4. quando, a 25 anni, sono partito con i miei compagni delle medie a bordo della 500 Sporting per la settimana bianca.
  5. la prima volta che mi sono innamorato, anche se la Patty era più grande di me e le piaceva Dario.
  6. quando Elena mi ha baciato.
  7. la festa del mio 18° compleanno.
  8. il giorno in cui ho passato il cancello della Ras Assicurazioni ed ho iniziato il mio primo lavoro.
  9. quando l’esaminatore ha detto: “Per il rotto della cuffia, 4 errori su 4 massimi… hai passato l’esame di teoria per la patente…”
  10. quando Lorenzo mi ha preso il dito con la sua piccola mano.
  11. il giorno in cui sono salito sulla mia nuova Vespa 125 bianca come il latte e sono uscito dal concessionario della Piaggio.
  12. quando un mio amico mi ha abbracciato in un momento difficile della mia vita e mi sono sentito meno solo.
  13. la prima volta che ho fatto l’amore.
  14. quando ho smesso di fumare.
  15. il giorno in cui ho perdonato me stesso per una ferita che ho procurato ad una persona che mi voleva bene.
  16. quando, a Livigno, sono riuscito a fare la mia prima curva con lo snowboard senza cadere.
  17. la mia festa di 40 anni.
  18. quando sfrecciavo agli 80 km/h perché avevo appena passato la pratica dell’esame per la patente della moto (rischiando di farmela togliere subito).
  19. la mattina in cui il nonno Aldo mi ha accompagnato all’asilo. (se vuoi sapere chi è il nonno Aldo, leggi post “Cosa rimane di noi”)
  20. quando con Luca siamo usciti in deriva a Voltri e c’era un vento fortissimo e il cielo nero ma siamo riusciti a rientrare sani e salvi senza sfasciare la barca.
  21. la sera della mia prima seduta con Antonio
  22. quando il windsurf sotto i miei piedi ha preso una velocità incredibile ed ha cominciato a planare sulle onde del lago di Garda.
  23. quando una mia amica mi ha visitato in ospedale per i miei problemi di asma allergica.
  24. la sera in cui ho tenuto a Milano il mio primo gruppo sulle “Pratiche per essere più felici nel quotidiano”.
  25. quando con Eleonora abbiamo visto una stella cadente a Bali ed abbiamo espresso lo stesso desiderio: che l’anima di un piccolo facesse parte della nostra famiglia.

La lista potrebbe proseguire, ripensando alla mia vita sono tanti i momenti “speciali”. Questi momenti, insieme a quelli spiacevoli, ci rendono quello che siamo oggi. Se li uniamo, come i puntini delle costellazioni, ci accorgiamo che formano un disegno, unico e irripetibile.

Avete mai provato a spiegare a un bambino di due anni e mezzo cosa sono i momenti?

Tutto è iniziato quando Lorenzo mi ha chiesto:

“Cosa stai scrivendo?”, geloso delle attenzioni che rivolgevo al computer e non a lui.

Ho risposto in modo naturale: “Dei pensieri e riflessioni sui momenti importanti della vita”.

Allora Lorenzo ha aggiunto: “E cosa sono i momenti?”.

Per un attimo mi sono sentito come un pinguino in mezzo al deserto: il momento sembra un concetto astratto, quasi impossibile da trasmettere a un bambino così piccolo.

Ho dovuto scartare tutte le definizioni razionali che la vostra mente mi proponeva come risposta… Poi per fortuna ho avuto un’intuizione:

L’ho guardato e ho detto:

  • “In questo momento ti sto guardando…”
  • … gli ho scompigliato i capelli con dolcezza ed ho aggiunto “in questo momento ti sto accarezzando i capelli”
  • …poi è passato il nostro gatto sulla scrivania ed ho appoggiato una mano sulla sua schiena “In questo momento sto facendo una carezza a Giacomo Pulce ”,
  • … “In questo momento mi stai guardando negli occhi”.

Lorenzo è andato vicino all’albero di Natale e ha detto:

  • “In questo momento tocco il fiocco rosso” sfiorando una decorazione natalizia e guardandomi sorridendo.

Spero che Lorenzo abbia tanti momenti piacevoli da ricordare quando compirà 40 anni e spero di essere in uno di quelli.

Scrivare i  momenti più importanti della nostra vita è una bella pratica, personalmente mi ha aiutato:

  1. ad apprezzare l’aiuto delle persone che mi sono state vicine nei momenti delicati della mia esistenza.
  2. a intravedere le alcune mie qualità risorse.
  3. e, perché no, anche a riconoscere la forza di volontà che mi ha portato a raggiungere piccoli o grandi obiettivi…

Celebrare i momenti piacevoli, anche soltanto scrivendoli in una lista, assomiglia anche un po’ alla pratica delle “Gratitudini” e mi ha ricordato che ci sono tante ottime ragioni per ringraziare noi stessi, gli altri e l’esistenza per tutto quello che abbiamo ricevuto (post correlato: Ringraziare, una pratica per la felicità).

Grazie anche a te che stai leggendo,

Alberto

 

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