(se sei interessato al libro puoi acquistarlo qui: La via dell’artista. Come ascoltare e far crescere l’artista che è in noi di Julia Cameron”).
Io sono uno che ha sempre rimandato le cose da fare.
Pagare le multe e le bollette, andare in posta, fare il tagliando della macchina, programmare le vacanze, preparami per gli esami universitari, …
Per me c’era sempre tempo fino alla scadenza, ma, quando questa arrivava, spesso ero impreparato e molte volte mancavo clamorosamente agli appuntamenti.
Avevo un disordine mentale che si rifletteva sullo spazio fisico.
Spese condominiali, assicurazioni da pagare, tasse, rette dei corsi, tutto si mischiava con le rispettive buste e trovava spazio nei posti più disparati: dalla scrivania dell’ufficio alla libreria nella sala di casa, dai cassetti dell’armadio alla borsa da lavoro, dal tavolo in cucina e alle tasche delle giacca …
Un vero disastro.
Ti lascio immaginare quanti interessi di mora per ritardo ho pagato su multe e bollette, quanti appelli universitari ho saltato e soprattutto quanti rischi ho corso di circolare con auto o Vespa senza assicurazione.
Poi, un bel giorno, è arrivato lui, il mio salvatore, la mia illuminazione, uno dei miei maestri e guide: lo Space Clearing!
E’ entrato nella mia vita nella maniera più subdola, sotto mentite spoglie, passando tramite i miei affetti, anzi, per la porta principale dei miei affetti, mia moglie.
Lei un giorno mi ha detto: “Alberto, leggi questo, ti può servire… io lo sto facendo e funziona…” ed ha lasciato cadere con nonchalance sul divano vicino a me il libro della Marie Kondo “Il magico potere del riordino”.
Così ho conosciuto lo “Space Clearing”, il mitico, l’unico e inimitabile, la quint’essenza del buddismo e della spiritualità.
Ora, se sei un uomo, so che stai pensando che sono robe da donne, ti capisco ma ti dico solo una cosa: provalo, poi mi dirai.
Da quando ho fatto amicizia con lo “Space Clearing”, e devo confessare che c’è voluto un po’ di tempo, riesco a concludere le cose che mi propongo di fare ogni giorno, sia lavorative che personali, esco dall’ufficio mediamente un’ora prima e le mie valutazioni in ufficio sono migliorate.
Se vuoi provare, eccoti una “sequenza” di cose da fare per “affrontare” la tua scrivania in ufficio!
I passi sono semplici, ma necessitano di un sacco di impegno (all’inizio). Io l’ho fatto e la foto in fondo è quella della mia scrivania!
Lo space clearing ti aiuterà a sentirti meglio con te stesso e con gli altri e di acquisire una lucidità mentale e una sicurezza che non pensavi di avere!
In bocca al lupo!
Alberto
Oggi è l’8 gennaio, il mio compleanno. Per celebrarlo ho pensato di condividere con te quello che ho imparato nella mia vita:
Eleonora
Quasi tutti ormai conoscono la legge dell’attrazione. C’è chi ci crede completamente, chi pensa sia solo una trovata new age, chi è curioso e scettico al tempo stesso.
Nel Vangelo c’è scritto: “Chiedi e ti sarà dato”.
Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Poiché tutti coloro che chiedono riceveranno, tutti coloro che cercano troveranno, a tutti coloro che bussano verrà aperto (Matteo, 7,7-11)
Io facevo parte di quelli che “ci credono ma sono anche un po’ scettici… però tentar non nuoce”.
Tanti anni fa chiesi di incontrare l’uomo della mia vita. Non lo chiesi così tanto per fare, quello era un periodo di grandi cambiamenti: mi stavo lasciando con il mio fidanzato di allora, stavo attraversando una crisi esistenziale e spirituale, mi ero avvicinata al Buddismo e alla Psicosintesi e avevo cominciato una terapia. L’ultima cosa che volevo in quel periodo era rimanere da sola. Diciamo pure che non ero in grado. Le cose col mio ex non funzionavano per niente però stare senza di lui mi faceva paura.
Così la sera, per stare meglio, avevo iniziato a fare delle pratiche: dicevo le preghiere, recitavo mantra e chiedevo intensamente di incontrare “l’uomo della mia vita”. Lo facevo con passione e desiderio: ci mettevo molta energia in questa richiesta.
Iniziai in quel periodo a uscire con Alberto, un mio amico del corso di teatro, non sapevo se era l’uomo della mia vita, anzi all’inizio pensavo fosse un’avventura così, ma in quel momento uscire con lui mi faceva stare bene così continuai a farlo.
Sono passati 9 anni da allora. Io e Alberto ci siamo sposati nel 2011 e nel 2013 è nato Lorenzo. Non sono state tutte rosa e fiori: la nostra relazione è molto bella e molto complessa. Tante volte gli ho detto che l’avrei lasciato perché “mi faceva soffrire”. Anche oggi glielo dico quando litighiamo. Per fortuna poi le bufere passano e noi ci impegnamo ad amarci e a superare le difficoltà.
E allora come fare?
La chiave di chiedere in modo corretto è quella di affidarsi all’Universo, o a Dio, o a “qualcosa di superiore” in qualsiasi modo tu voglia chiamarlo.
– Se chiedi “voglio stare con Marco, o con Sabrina, voglio quella casa rossa sul ponte, o quel lavoro di commessa…” non funziona perché non puoi sapere se quella persona è giusta, se quella casa o quel lavoro fa per te. Se invece ti affidi all’Universo “lui sa”.
– Devi quindi avere ben chiaro il tuo desiderio, ma non devi fissarti su qualcosa di specifico.
– Chiedi dunque di “trovare l’uomo della vita”, “la casa dei sogni”, “il lavoro che fa per te”.
Io per esempio chiedo sempre di “svolgere il mio compito qui sulla terra”.
– Fallo tutti i giorni, con amore, con fiducia, con energia, nel silenzio, da sola, magari accendendo un incenso e una candela.
Mi chiedi se funziona?
Con me ha funzionato.
Certo, ti devo svelare un segreto: “il principe azzurro non esiste”.
Esistono però uomini in carne e ossa fatti per te, con problemi come te, con la voglia di essere amati e riconosciuti, con mille paure e che commettono errori.
Esistono uomini perfetti come lo sei tu… o imperfetti come te 🙂
Se vuoi un uomo così, se lo vuoi veramente, chiedi che arrivi l’uomo della tua vita, poi rimboccati le maniche e fai di tutto perché la storia “funzioni”. Volere è potere.
Il patto però è che uno deve crederci completamente, allontanare ogni dubbio ed avere fiducia.
E se chiedi ti sarà dato!
Allora Gesù rispose: “Abbiate fede in Dio! Io vi assicuro che uno potrebbe dire a questa montagna: Sollevati e buttati in mare! Se nel suo cuore egli non ha dubbi, ma crede che accadrà quel che dice, state certi che gli accadrà veramente. Perciò vi dico: tutto quello che domanderete nella preghiera, abbiate fede di ottenerlo e vi sarà dato.” (Marco. 11,22-24)
Eleonora
Quali sono i momenti più importanti della vita?
Me lo sono domandato, ed ecco la mia lista:
La lista potrebbe proseguire, ripensando alla mia vita sono tanti i momenti “speciali”. Questi momenti, insieme a quelli spiacevoli, ci rendono quello che siamo oggi. Se li uniamo, come i puntini delle costellazioni, ci accorgiamo che formano un disegno, unico e irripetibile.
Avete mai provato a spiegare a un bambino di due anni e mezzo cosa sono i momenti?
Tutto è iniziato quando Lorenzo mi ha chiesto:
“Cosa stai scrivendo?”, geloso delle attenzioni che rivolgevo al computer e non a lui.
Ho risposto in modo naturale: “Dei pensieri e riflessioni sui momenti importanti della vita”.
Allora Lorenzo ha aggiunto: “E cosa sono i momenti?”.
Per un attimo mi sono sentito come un pinguino in mezzo al deserto: il momento sembra un concetto astratto, quasi impossibile da trasmettere a un bambino così piccolo.
Ho dovuto scartare tutte le definizioni razionali che la vostra mente mi proponeva come risposta… Poi per fortuna ho avuto un’intuizione:
L’ho guardato e ho detto:
Lorenzo è andato vicino all’albero di Natale e ha detto:
Spero che Lorenzo abbia tanti momenti piacevoli da ricordare quando compirà 40 anni e spero di essere in uno di quelli.
Scrivare i momenti più importanti della nostra vita è una bella pratica, personalmente mi ha aiutato:
Celebrare i momenti piacevoli, anche soltanto scrivendoli in una lista, assomiglia anche un po’ alla pratica delle “Gratitudini” e mi ha ricordato che ci sono tante ottime ragioni per ringraziare noi stessi, gli altri e l’esistenza per tutto quello che abbiamo ricevuto (post correlato: Ringraziare, una pratica per la felicità).
Grazie anche a te che stai leggendo,
Alberto
Domenica mattina sono andato a fare una piccola passeggiata con Lorenzo, che ora ha due anni e mezzo. Siccome non sono molto alto, riesco a dargli la mano e camminare con lui senza neanche dovermi piegare (troppo ☺).
Però qualcosa della mia normale andatura ho dovuto modificare: la velocità.
Camminare con un bambino piccolo ci insegna a rallentare.
Ricordo che agli scout avevo imparato che “il gruppo va alla velocità del più lento”, ci si aspetta e si cammina insieme.
Per me non è mai stato facile: non ho mai amato camminare, allora cercavo di farlo velocemente per arrivare alla meta e togliermi il peso di quella per me noiosa attività.
Con Lorenzo sono tornato a rallentare: mi sono detto: “In fondo, non dobbiamo andare da nessuna parte in particolare, non abbiamo appuntamenti da rispettare, Alberto, dove devi correre? Non vedi Lorenzo com’è tranquillo?”.
Mi è venuta in soccorso una pratica appresa negli ultimi anni: la pratica della meditazione camminata ed ho deciso che era un ottimo momento per “esercitarmi”.
Da quell’istante ho cominciato ad apprezzare:
✓ il prato morbido del parchetto dove stavamo camminando (sembra incredibile, ma anche se non sei scalzo ma ti concentri senti l’erba anche attraverso la suola delle scarpe!).
✓ gli alberi alti che ci circondavano.
✓ il cinguettio degli uccellini nascosti tra le poche foglie rimaste nei rami.
✓ le voci dei bambini che giocavano lì vicino.
✓ la freschezza dell’aria invernale.
✓ il calore del sole quando filtrava dagli alberi.
E’ stato come ricominciare a respirare, riprendere fiato, risvegliarmi da un torpore, da una apnea in cui ero immerso, un mondo di pensieri che mi faceva galleggiare in un mondo non reale, non fisico, un mondo, tutto sommato, non esistente.
Ho ringraziato mentalmente Lorenzo, per tenermi la mano e avere pazienza con me, e Thich Nhat Han, per avermi trasmesso questo insegnamento.
La cosa bella di questo tipo di meditazione è che ci insegna che non è necessario chiudersi in un tempio ascetico inebriati da incensi e scaldati da un migliaio di candele in posizioni tutto fuorchè comode per meditare… si può meditare anche camminando, cosa che sappiamo fare piuttosto bene, visto che mediamente iniziamo a camminare intorno ai 13 mesi!
La meditazione camminata per me significa:
Ma soprattutto per me questo esercizio mi serve per riservarmi qualche momento di rilassatezza nella giornata.
Buona passeggiata con tuo figlio e… buona meditazione camminata!
Alberto
Se vuoi approfondire questa pratica ti consiglio di leggere il libro: “Pratiche di consapevolezza” di Thich Nhat Hanh.
link al libro: