UNA PRATICA PER LA FELICITÀ: 5′ di meditazione mattutina
Apro questo post con le parole di Nico Rosberg, Campione Mondiale di Formula 1 a dicembre 2016.
“Meditazione. È stata l’arma in più, quest’anno. Un’arte che puoi praticare ovunque, camminando, correndo, sul letto appena ti svegli. Sia chiaro, è un lavoro non una magia, ma se si pratica con costanza e serietà a poco a poco aiuta a migliorare.
A me è servito: sono sicuro che dieci anni fa, in una situazione come quella in cui mi sono trovato negli ultimi dieci giri di Abu Dhabi, la gara decisiva, con Lewis che rallentava davanti e io schiacciato tra le due Red Bull e Vettel…
Sono certo che mi schiantavo.
Invece ero pronto.
Non dico che fossi sereno, anzi ricordo che durante la manovra di sorpasso su Verstappen vedevo tutto rosso ed ero tesissimo.
Però c’ero.
E l’ho portata a casa… Dovrebbero farlo tutti, insegnarlo a scuola: viviamo al limite, sempre connessi incapaci di annoiarci o di stare soli. Accumuliamo storie e siamo sempre meno lucidi. Io, ancora oggi, la prima cosa che faccio ogni mattina è venti minuti di meditazione. Poi è stato molto importante anche parlare. Con il coach abbiamo parlato di tutto, compresi mio padre e Lewis”.
Nico Rosberg, 31 anni, pochi giorni dopo essere stato incoronato Campione del Mondo, ha annunciato il suo ritiro dalla Formula 1 con questo discorso.
Io non corro ai 300 km/h e non rischio la vita tutti i giorni come fa lui, ma anche io ho iniziato la meditazione mattutina, anche se la mia storia é un po’ diversa.
Il 1º gennaio del 2017 mi é scattata l’ansia da obiettivi per il nuovo anno: sembrava che dovessi fare in quest’anno tutto quello che non ho fatto nella mia vita.
Poi me ne sono accorto, mi sono calmato ed ho cominciato a selezionare le attività prioritarie e quelle meno.
Conscio dell’importanza delle pratiche quotidiane, ho scelto alcuni piccoli esercizi da fare ogni giorno che mi aiutano a mantenere un po’ di serenità.
Le ho disseminate nei diversi momenti della giornata ed é così che dal 1º gennaio di quest’anno tutte le mattine faccio 5′ minuti di meditazione.
Una cosa molto semplice, senza candele, incensi, musiche o voci guida.
Mi siedo sul tappeto in sala in una posizione comoda, ma non troppo, per non addormentarmi, e respiro con gli occhi chiusi.
Prima però faccio partire il conto alla rovescia sul telefonino, che mi avvisa quando sono passati i 5 minuti (sperando che non si scarichi la batteria del cellulare e mi lasci tutto il giorno con le gambe incrociate sul tappeto).
Durante la meditazione mi concentro sul respiro e sul riconoscere i pensieri che passano, senza scacciarli ma anche senza seguirli o trattenerli, lascio che passino.
Come dice Thich Nhat Hanh i pensieri sono come nuvole nel cielo della nostra mente, e come nuvole effettivamente vanno e vengono.
I rumori mi aiutano a tornare presente: quando sento qualche suono che viene dall’esterno, ad esempio una macchina che passa in strada, abbandono per un attimo i pensieri e torno presente. Mi concentro nel riconoscere il suono, lo seguo e poi lo lascio andare, senza trattenerlo.
Mentre respiro sento anche il corpo: se c’è qualche parte che mi dá fastidio, come il collo, una spalla o la schiena porto lì l’attenzione e sciolgo un po’ la parte, rilasso e respiro.
Delle volte i 5 minuti si dilatano all’infinito e mi sembrano un’ora. Non nascondo che, quando capita, apro un occhio e getto lo sguardo sullo schermo del telefonino ma, ogni volta, mancano più pochi secondi alla fine del tempo…
Altre volte invece il tempo vola: faccio un po’ di fatica iniziale a lasciar andare dei pensieri ricorrenti in quel periodo, e, quando finalmente ce l’ho fatta e comincio a godermi un po’ di pace, il telefonino inizia a squillare per ricordarmi che devo riprendere le mie attività mattutine (lavarmi, vestirmi, portare Lorenzo all’asilo, fare colazione, andare in ufficio, …).
Sembra strano, ma quel breve appuntamento mattutino é diventato un rito importantissimo per la mia giornata.
Non è indispensabile fare questa pratica la mattina, se uno non ha tempo per 1.000 motivi può anche farla la sera: l’unico avvertimento è che facendola la sera la mente è un po’ più “sovraccarica” dei pensieri della giornata e può essere un po’ più difficile lasciarli andare.
Se mi chiedete se grazie a questa pratica riesco a essere “zen” tutto il giorno vi devo deludere: mi preoccupo se avverto una minaccia, mi agito quando qualcosa non va come vorrei, reagisco impulsivamente se mi sento attaccato, mi spazientisco quando penso che qualcuno mi faccia perdere tempo, e, se attraverso un periodo difficile, faccio anche fatica a dormire durante la notte.
Ciononostante questa pratica mi porta un po’ più di vantaggi:
- maggiore presenza nel momento che sto vivendo e meno “viaggi mentali”/ fantasie ad occhi aperti
- maggior autocontrollo
- più consapevolezza delle emozioni che provo
- meno distrazioni nei momenti che trascorro con le persone vicine (siano essi i colleghi o mio figlio!)
- maggior attenzione all’ambiente circostante ed ai cambiamenti che avvengono intorno a me (anche il cambio di pettinatura di mia moglie!)
- maggiore lucidità nelle relazioni con gli altri
Non é facile concedersi anche solo 5 minuti di meditazione al giorno, lo so per esperienza, ma considerati i piccoli grandi benefici che questa pratica offre e l’assenza di controindicazioni, mi sento di consigliarla a tutti, anche perché é gratis, non bisogna aver studiato per farla né possedere nulla di particolare se non una casa, tanta buona volontà e… un timer per i 5 minuti!
Alberto
PS: Meditare significa anche vincere alcuni ostacoli che si presentano appena cominciamo questa nuova attività… in questo post ne ho raccolti alcuni: “I PRIMI OSTACOLI ALLA MEDITAZIONE”
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