GESTIRE UN’EMOZIONE DIFFICILE: UNA TECNICA SEMPLICE E POTENTE

LA TECNICA PER GESTIRE EMOZIONI DIFFICILI: LA RUOTA DELLA BICICLETTA

Nella vita capitano situazioni che ci fanno stare male. In realtà capitano quasi tutti i giorni.

Sono situazioni in cui abbiamo delle forti reazioni emotive di tristezza, angoscia, stress, rabbia, irritazione, paura.

Quando affrontiamo un problema o una situazione che ci fa stare male possiamo utilizzare la tecnica della ruota della bicicletta.

Questa tecnica ci aiuta in 3 modi:

  1. Troviamo la via per risolvere la situazione
  2. Facciamo un salto di consapevolezza nella nostra vita
  3. Ci evolviamo a 360°

La tecnica della gestione emotiva delle situazioni consiste nell’immaginare una ruota di una bicicletta dove al centro c’è la situazione che ci fa stare male e i raggi sono tutti i pensieri e le emozioni che questo problema provoca in noi e la ruota sono le soluzioni che ci fanno ripartire. Ho rivisto questa tecnica ampliando un approccio indicato nel libro “Come analizzare le persone” di Valerio Loffredo.

Prendere consapevolezza dell’intera ruota ci aiuta a vedere una ampia gamma di soluzioni al problema e soprattutto aumenta la nostra area di auto-coscienza: iniziamo a conoscerci meglio.

Possiamo fare questo lavoro da soli o con il supporto di un professionista nelle relazioni di aiuto.

Facciamo un esempio nel mondo lavorativo.

FOCALIZZA L’EMOZIONE DIFFICILE: IL CENTRO DELLA RUOTA

SITUAZIONE: consegniamo un lavoro ma il capo si lamenta perché la consegna è avvenuta in ritardo rispetto alle sue aspettative. Il lavoro era anche parecchio complesso, riteniamo di averlo fatto bene e questa reazione del capo provoca rabbia e frustrazione in oi.

Questa è la situazione che ci fa soffrire e che mettiamo al centro della ruota della bicicletta.

FOCALIZZA LE ALTRE EMOZIONI: I RAGGI DELLA RUOTA

Ora vediamo i raggi.

I raggi sono tutti i pensieri, comportamenti ed emozioni che si nascondono sotto la rabbia/ sofferenza principale. Vediamo i raggi:

  1. Quando mi è stato assegnato il lavoro da fare non ho chiesto la data in cui ci si aspettava la chiusura del lavoro;
  2. Mentre svolgevo il lavoro e emergevano delle nuove difficoltà, le ho risolte tutte ma non ho aggiornato il mio capo sul fatto che c’erano delle criticità impreviste da risolvere che avrebbero allungato i tempi di consegna;
  3. Non pensando che quel lavoro era “super prioritario”, oltre a quello ho smarcato anche altre attività urgenti che però hanno ritardato la conclusione del compito;
  4. Poi c’è il raggio della paura che il rimprovero del capo comprometta il nostro rapporto e lui non mi stimi più come prima;
  5. La paura che il capo mi farà una valutazione negativa e non riceverò alcun premio;
  6. La paura che non si fiderà più di me e non mi assegni più lavori strategici;
  7. La frustrazione derivata dallo svalutarmi perché non sono stato riconosciuto come un lavoratore affidabile, nonostante i miei sforzi!
  8. La tristezza derivata dalla perdita di autostima perché non ho rispettato una scadenza;
  9. La tristezza di non aver visto riconosciuto un lavoro ben fatto, anche se nei tempi non consoni.

TROVA LE SOLUZIONI PER CIASCUN RAGGIO: COSTRUISCI LA RUOTA

Ora puoi fare la crescita di consapevolezza.

Scomposto il malessere principale – rabbia del capo per mancato rispetto della scadenza – in tutti i micro-comportamenti che hanno portato a quell’evento e preso atto di tutte le emozioni che girano intorno al vissuto provato, possiamo cominciare a sciogliere uno per uno tutti i raggi. Questa operazione ci consentirà di costruire “la ruota”, unire i puntini e ritornare alla nostra integrità.

Ogni raggio chiede espressione e soluzione nel significato etimologico del termine: dal latino “solutio”, sciogliere, quindi scioglimento.

Una volta sciolti i nostri vissuti problematici recupereremo il nostro benessere e faremo diversi passi avanti anche di crescita personale.

Vediamo come fare nell’esempio:

  1. Quando mi è stato assegnato il lavoro da fare non ho chiesto la data in cui ci si aspettava la chiusura del lavoro -> NUOVO COMPORTAMENTO ASSERTIVO: “Dalla prossima volta chiederò sempre la data di consegna attesa per ogni lavoro che mi viene commissionato dal mio capo!”.
  2. Mentre svolgevo il lavoro e emergevano delle nuove difficoltà, le ho risolte tutte ma non ho aggiornato il mio capo sul fatto che c’erano delle criticità impreviste da risolvere che avrebbero allungato i tempi di consegna -> NUOVO COMPORTAMENTO ASSERTIVO: “La prossima volta avviso il mio capo delle criticità che si sono presentate, anche dopo averle risolte ma lo tengo aggiornato”.
  3. Non pensando che quel lavoro era “super prioritario”, oltre a quello ho smarcato anche altre attività urgenti che però hanno ritardato la conclusione del compito -> NUOVO COMPORTAMENTO: “La prossima volta prima di dar corso alle attività urgenti mi allineo col mio capo per valutare con lui le priorità”.
  4. Poi c’è il raggio della paura che il rimprovero del capo comprometta il nostro rapporto e lui non mi stimi più come prima -> CONSAPEVOLEZZA: “Non è certo un lavoro non andato bene che compromette la mia credibilità creata in tanti anni di lavoro insieme”.
  5. La paura che il capo mi farà una valutazione negativa e non riceverò alcun premio -> CONSAPEVOLEZZA: “Non è da un singolo lavoro andato male che si compromette una valutazione di un anno”.
  6. La paura che non si fiderà più di me e non mi assegni più lavori strategici -> NUOVO COMPORTAMENTO ASSERTIVO: “Fisso un colloquio col mio capo dove condivido le mie riflessioni sugli errori che ho commesso di cui mi sono avveduto e ascolto i suoi consigli su come recuperare la situazione ricostruendo un legame di fiducia”.
  7. La frustrazione derivata dallo svalutarmi perché non sono stato riconosciuto come un lavoratore affidabile, nonostante i miei sforzi! -> CONSAPEVOLEZZA: “So il motivo per cui il mio lavoro non è stato riconosciuto e mi assumo le responsabilità per gli aspetti che potevo gestire meglio. Sono una persona che vale anche se qualche volta non sono perfetto o riconosciuto dal mio capo”.
  8. La tristezza derivata dalla perdita di autostima perché non ho rispettato una scadenza -> CONSAPEVOLEZZA: “Il mio valore poggia su basi più solide dal mancato rispetto di una scadenza. Ripeto a me stesso: ‘io valgo incondizionatamente’”.
  9. La tristezza di non aver visto riconosciuto un lavoro ben fatto, anche se nei tempi non consoni -> CONSAPEVOLEZZA: “Anche se ho fatto un errore sui tempi di consegna, mi riconosco che il lavoro che ho eseguito è di alto livello e sono grato a me stesso per il mio impegno e le mie capacità”.

METTI IN ATTO LE SOLUZIONI E RISOLVI L’EMOZIONE DIFFICILE

Eccoci arrivati in fondo.

Ora hai un piano di azioni da compiere per risolvere la situazione difficile.

Non solo!

Le nuove consapevolezze che hai acquisto ti rendono anche una persona diversa da quella che eri prima, più centrata e responsabile.

I nuovi comportamenti che hai individuato ti permettono di fare un salto evolutivo e una crescita personale immediata. Non sei più lo stesso di prima, e ti sei trasformato in modo tale che non ti capiterà più di ricadere in una situazione analoga.

Certo, non avrai risolto tutti i problemi, ma già non ripetere la storia, gli errori passati è un ottimo passo in avanti nel nostro cammino verso un maggior benessere.

Grazie al lavoro che hai fatto hai utilizzato uno strumento cardine della psicosintesi che si chiama “disidentificazione”.

Disidentificazione dalle emozioni, dai pensieri e da tutto ciò che, se non ne siamo consapevoli, ci travolge e trascina con sé.

Hai sciolto non solo l’emozione difficile primaria, la situazione che ti provocava sofferenza, ma sei andato a toccare anche altre emozioni e pensieri più nascosti, che, se non riconosciuti, remano contro di noi.

Non è sempre facile fare tutto questo percorso da soli, per cui è bene provarci e, se non ci si riesce, ci si può far aiutare da un professionista nella relazione di aiuto.

Il valore di ogni difficoltà che incontriamo nella vita è immenso, se lo sappiamo gestire!

Alberto Ruffinengo

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COMMENTI

Clelia

Grazie per il consiglio su come gestire un’emozione difficileconun esempio molto semplice da comprendere e provare,sarebbe interessante vedere se in tutti i confronti con il “capo”le risposte siano come te le immagini in positivo,ma questo è un atro capitolo.!

Alberto Ruffinengo

Me lo auguro!
Ho letto una bella frase in questi giorni a tal proposito:
“Maestro, cosa significa lavorare su sè stessi?”
“E’ smettere di aspettare che gli altri cambino!”.
🙂

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