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LA NOSTRA IMMAGINE ÀNCORA

Oggi ero piuttosto giù, in realtà è un periodo in cui alterno momenti buoni e momenti difficili un po’ come fossi sulle montagne russe. 

Oggi era giornata no e sono uscita a fare due passi lungo l’Adige.

Oggi sono 13 anni che è morta mia nonna, non che fossi triste per quello, però diciamo che se lei ci fosse ancora sarei meno triste, oppure nei momenti in cui sono triste avere mia nonna  mi farebbe sentire amata, ecco.

Mentre passeggiavo ho chiamato la Donatella, l’educatrice della ludoteca del parcogiochi che ho conosciuto quando Lorenzo era piccolo e che ho continuato a frequentare anche con Luce, quindi sono circa 6 anni che la conosco. La “Doni” è per me come una mamma buona, un’amica, una maestra, una sorella… Abbiamo chiacchierato del più e del meno, di questo periodo così difficile per tanti aspetti, della Ludoteca che è chiusa in ristrutturazione, della mia gattina nuova, ecc. ecc. Poi a un certo punto mi ha detto: 

“Sai che quando penso a te mi viene un’immagine: tu alla fontana dell’Arsenale che ridi dietro al tuo capello di paglia e i bambini che giocano felici, c’è il sole e tutto splende!” 

Mi sono commossa. 

Niente di più lontano da me oggi che cammino da sola nel freddo, grigio e inquinato gennaio di pandemia. 

Ho pensato a quella bella immagine e a quei momenti felici, a quei periodi “buoni” in cui mi sono effettivamente goduta la vita. Allora ho raccontato alla Doni che mio zio al mio matrimonio, quando era il momento dei discorsi dei parenti e amici, ha raccontato un ricordo/sogno: eravamo al mare, io avevo 9 anni, e giocavo a quanti secondi riuscivo a stare in piedi sul materassino: 10 secondi e poi pluff finivo in acqua, poi mi tiravo su e riprovavo: 12 secondi e pluff, 13… e così via: ogni volta cadevo e risalivo e ridevo ridevo e lui mi guardava e partecipava felice ai miei record. Mio zio ha raccontato che quell’immagine per lui è stata sempre l’emblema della gioia di vivere. Ogni volta che rivedo il suo intervento al matrimonio piango (cosa che non faccio quasi mai). Poi mi è venuto in mente l’appellativo che mi dava Marco, un mio amico di Milano ai tempi del teatro, che mi chiamava “Il piccolo sole”. Queste immagini sono state importanti per me oggi perché mi hanno aiutato a disidentificarmi dalla tristezza, a ricordarmi che ho “anche” una parte così, anzi che la mia vera natura è così, la mia parte più profonda quella allineata con il Sè.. lei è nella gioia. Certe immagini possono diventare delle “immagini àncora” che ti aiutano a rimanere fermo nei momenti bui, quando le emozioni di ti sballottano di qua e di là. 

La Doni oggi mi ha regalato questa immagine àncora e, siccome le dico spesso che lei mi ricorda mia nonna, mi sono chiesta se non fosse stata proprio mia nonna da lassù a mandare questa immagine alla Doni affinché oggi lei me la regalasse e mi facesse sentire meno sola. 

Quando sono tornata a casa ho guardato i miei bambini con occhi diversi, li ho visiti nella luce della fontana di luglio. Mi sono trovata a essere più paziente e amorevole, a consolarli nelle loro crisi serali anziché sgridarli. Poi, mente addormentavo Luce, la mia bimba di tre anni, ho chiuso gli occhi e ho immaginato della Luce che proveniva dall’alto che mi inondava, guarnendo le mie ferite antiche. 

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IL LADRO, LA PAURA E LA FELICITA’

“Papà, ho paura…”, mi ha detto Lorenzo prima di addormentarsi e stringendomi il braccio al buio.

Avevamo appena fatto la pratica dei Momenti Felici della giornata, su sua iniziativa: “Oggi i miei momenti felici sono stati quando mi è caduto il dente che dondolava e che oggi mi faceva male, quando ho visto la puntata di Topolino e gli Amici del Rally con “Fred Manolesta”, quando sono venute Stella e Chiara a trovarci ed abbiamo giocato insieme, quando ho mangiato la torta che hanno portato a merenda, quando l’attaccante del Verona ha fatto quel bellissimo goal al volo e quando ho bevuto il succo all’albicocca…”.

“E perché hai paura?”, gli ho chiesto.

“Perché nel cartone di Topolino c’era un ladro, Fred Manolesta, che è cattivo…”

“E perché hai paura?”

“Perché non voglio che venga qua…”

“E se viene cosa ti ruba?”

“Non lo so…”

“Forse il tuo salvadanaio… con tutti gli euro risparmiati che hai?”

“Sì, tutti i miei soldini…”

“E poi?”

“E poi l’album dei Pokemon…”

“Ah ok, e poi cosa ti può rubare?”

“Le figurine dei calciatori…”

“Certo… e poi l’elefante di vetro di Murano che ti hanno regalato i nonni settimana scorsa.”

“Sì, anche quello…”

“Ma tu due settimane fa non ce l’avevi quell’elefante di vetro, vero?”

“Sì”

“Però eri felice lo stesso anche senza l’elefante…”

“Sì, è vero”

“Un anno fa non avevi soldi nel salvadanaio, eppure eri felice”

“Sì…”

“E un anno fa non avevi neanche tutte quelle carte Pokemon e le carte dei Calciatori, ma stavi bene…”

“Sì, però non voglio che me le prendano!”

“Giusto, possono rubarti tutte le cose che hai, ma non la felicità!”.

A quel punto Lorenzo ha lasciato andare il mio braccio, e dopo un minuto si è addormentato.

Capita spesso che i bambini guardando i cartoni animati si impressionino, anche se si tratta di Topolino e anche se alla fine della storia il cattivo viene catturato. Così la sera, al buio, le paure vengono fuori e diventano incontenibili.

Come sempre, negare le emozioni non funziona: ad esempio esclamare “Non puoi avere paura di un cartone animato, è tutto finto!” con un bambino (come con un adulto che ha visto un film impressionante) non funziona.
Ci identifichiamo in quello che vediamo e lo riviviamo nel nostro mondo come presente e reale.
Allora dobbiamo seguire un’altra via, che non è quella del negare o sminuire la paura, ma quella dell’accogliere l’emozione, qualunque essa sia. Oggi può essere paura, domani rabbia, dopodomani disgusto.

Con Lorenzo abbiamo provato a riconoscere la paura, dargli una forma, capire cosa lo spaventava nella vita concreta, abbiamo cercato di darle un volto.

Poi possiamo passare a risvegliare le nostre risorse, le nostre qualità luminose, metterci in contatto con quelle, attivarle e renderle presenti.

Spesso questo risveglio passa dalla nostra parte creativa, la parte che ci permette di reinquadrare una situazione, rivestirla sotto una nuova luce. A quel punto possiamo ricomporre il quadro, paure e risorse convivono in noi, si bilanciano e possiamo trovare una pace, un nuovo punto di vista più alto, che non butta via niente dei nostri vissuti e ci rende un pochino più forti perché capaci di fare una sintesi fra le diverse spinte interiori.

Come diceva Seneca:

“Se c’è la paura, non c’è la felicità”.

Alberto

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RIACCENDERE I SOGNI

In un periodo così è facile sentirsi senza prospettive, senza futuro. L’inconscio collettivo pesa su tutti e questa pandemia sta lasciando delle ferite profonde.

Quando fuori i tempi sono bui bisogna ricercare dentro di noi le risorse e lavorare con un grande strumento che abbiamo a disposizione: l’immaginazione.

Tante teorie, dalla religione alla psicologia, alla new age, affermano che quello che immaginiamo e desideriamo può diventare realtà; affinché questa tecnica funzioni bisogna però avere una fede indistruttibile e le idee chiare. 

L’altro giorno stavo leggendo un libro molto bello, Brodo caldo per l’anima di Jack Canfield e Mark Victor Hansen,  che raccoglie una serie di storie realmente accadute e avvenimenti più o meno miracolosi. Il racconto che più mi ha colpito è quello di Glenna (pag. 150): questa donna narra di come è uscita da un periodo difficile usando l’immaginazione. Dopo essere stata a un seminario dove spiegavano che I+C= R (Immaginazione + Chiarezza  = Realtà) ha deciso di creare un “album dei desideri” dove metteva ritagli di giornale e foto che rappresentavano i suoi più profondi desideri: “Ero decisa a prendere il mio elenco scritto di preghiere e trasformarlo in immagini”. La donna inserisce nell’album: una foto di una donna con un abito da sposa, una di un uomo in smoking, foto di diamanti, una casa nuova con mobili moderni, un’isola deserta, una donna che aveva fatto carriera.

Poco tempo dopo aver fatto il suo album iniziano a verificarsi una serie di sincronicità, come le chiama Jung, e la donna si trova con un marito nuovo, una casa nuova, un lavoro nuovo. Si sono realizzati tutti i suoi desideri. Oltre a lavorare sulle immagini Glenna aveva aggiunto una buona dose di fiducia nell’Universo. 

L’inconscio pensa “per immagini” e le immagini che facciamo entrare nella nostra psiche hanno un peso, sia in positivo, sia in negativo. Per questo andrebbe fatta molta attenzione a quello che guardiamo, potrebbe essere buona cosa bannare i telegiornali e le notizie di cronaca e cercare di proteggere il nostro inconscio da ciò che “non gli fa bene”. 

Penso che se tutto il mondo meditasse e visualizzasse pace e amore anziché guerre e malattie, le cose andrebbero diversamente. Ma senza pensare troppo in grande iniziamo a ragionare “in piccolo”: creiamo anche noi il nostro album dei desideri… concentriamoci su 10 cose che vorremo accadessero in questo 2021 e dopo avere fatto un elenco iniziamo la ricerca delle immagini simboliche che rappresentano i nostri desideri, ritagliamo o stampiamo le immagini e mettiamole in un bel quaderno ad anelli o album fotografico!

So che tanti di voi saranno perplessi e sfiduciati e non vorranno fare l’esercizio. 

Spesso siamo noi  i primi ad avere paura che si realizzino i nostri desideri, sembra una sciocchezza, ma certe volte la nostra energia è talmente bassa che preferiamo non fare niente e continuare a piangerci addosso. 

Chiaramente se noi inconsciamente non vogliamo che si realizzi un desiderio, perché abbiamo paura, questo non si realizzerà. In questo caso può’ essere utile analizzare le parti di noi che remano contro e capire quali sono le nostre paure. Non dobbiamo volere la realizzazione del desiderio al 100% accettiamo anche di avere dei freni, ma se la nostra percentuale è al 70 % va già bene! Per uscire da una situazione di stallo ci vuole un atto di volontà, e questo esercizio è piuttosto facile da essere alla portata di tutti.

Facciamo tutti un piccolo sforzo e cerchiamo di riaccendere i nostri sogni!

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COME IN GUERRA

In questo periodo è facile buttarsi giù. Tutto è cambiato rispetto a un anno fa: i distanziamenti, le mascherine, i ristoranti chiusi, pure i negozi, i parenti che non si possono vedere, le cene con gli amici che non si possono fare… e come se non bastasse un clima pesante a livello di inconscio collettivo… si respira questa pesantezza di paura, di morte, di clausura. 

Anch’io ho vissuto un periodo difficile, alcuni mesi proprio duretti, non ho passato un’estate spensierata:  ho avuto il contraccolpo del sovraccarico del periodo di quarantena. Poi poco a poco ho iniziato a stare meglio, a riprendere le mie pratiche di mindfulness e yoga, la scrittura… però dopo pochi mesi siamo tornati in questo clima che ogni giorno si faceva più pesante. La gente preoccupata, chi sul lastrico, chi in quarantena senza sintomi, chi malato veramente. 

Un giorno però ho pensato a mia nonna Gianna… mi piace immaginare che è lei da lassù che mi cerca di aiutare: ho pensato che mio papà è nato nel ‘43, durante la guerra. Lei era giovane e sposata da poco. Poi è nata a ruota un’altra bambina, mia zia. E insomma non doveva essere  una passeggiata. Mi sono detta: “Ti rendi conto, tua nonna ha fatto i figli durante la guerra!” Lei abitava a Venezia e Venezia è stata l’unica città che è stata risparmiata dai bombardamenti, perché hanno voluto salvare “la bellezza”. Però mia nonna mica lo sapeva, cioè suonavano le sirene e la gente usciva in strada, o andava nei rifugi… ti poteva cadere una bomba in testa da un momento all’altro. E sua suocera infatti morì sotto un bombardamento in Sicilia. Il mio bisnonno era benestante e aiutava mia nonna e il suo giovane sposo (che a quel tempo era poliziotto) e tutta la famiglia: procurava da mangiare per tutti, avevano addirittura le galline in soffitta, e mia nonna, quando era incinta e aveva voglia di cioccolato, se lo era fatto procurare da lui al mercato nero. Insomma, conoscendola, lei in qualche modo si godeva la vita anche in guerra.

I miei nonni materni invece erano scappati da Venezia perché avevano paura che mio nonno venisse arruolato con i soldati della Repubblica di Salò e si erano fatti ospitare in Abruzzo da una coppia che viveva lì (cercavano di raggiungere la parte d’Italia liberata, invece, si sono dovuti fermare alla linea gotica). Mia nonna Emilia racconta che quando passavano le truppe a perquisire le case, lei nascondeva il nonno sotto il letto. Lei perse suo fratello al fronte, un ragazzo di appena 18 anni. Mi dispiace non avere più i mei nonni per sentire quei racconti, ma i mei genitori ancora si ricordano qualche aneddoto interessante. 

Insomma ho pensato a mia nonna Gianna che tira su un figlio e mangia cioccolato, e ho pensato che anche noi siamo in guerra, una guerra diversa, forse più subdola, meno chiara, ma un periodo tosto da affrontare. Questa visione mi ha cambiato la prospettiva, ho pensato che in fin dei conti non ci sono le bombe e non buttano giù i ponti, ho pensato a tutto quello che posso fare e non a quello che non posso fare. Siamo in una sorta di guerra (biochimica, virale, politica, mondiale?) ma per ora posso uscire (ad aprile non potevo), posso portare mia figlia al parco giochi, Lorenzo, mio figlio di 7 anni, anche se con una mascherina soffocante può andare a scuola ed è felice di andarci. Siccome siamo in zona “gialla” possiamo ancora andare al lago o in Lessinia, posso andare a fare merenda con qualche mamma al bar, magari sedute fuori al freddo, ma chiacchieriamo e i bambini giocano e si bevono una cioccolata calda. Posso passeggiare lungo l’Adige quando c’è il sole.

 Se pensiamo che siamo in guerra e che, come i nostri nonni, o nostri genitori (a seconda dell’età) dobbiamo affrontare questa esperienza forse riusciamo a non sentirci così depressi, ma a gioire di quello che c’è. Anche la Grande guerra è finita. Finirà anche questa esperienza, viviamo alla giornata, concentriamoci sul presente. Penso che sia importante stringere i legami con le persone a cui vogliamo bene, considerare le relazioni come doni preziosi. E poi cercare di focalizzarci sulla nostra interiorità, cercare la luce dentro di noi, capire se c’è qualche progetto creativo che ci piacerebbe realizzare: scrivere un libro, un blog di ricette o di racconti, fare dei video o degli album fotografici, fare spaceclearing e rimettere in ordine tutta la casa.

Assagioli dice che il nostro Sè, o la nostra anima, ha delle potenzialità infinite e il nostro compito è esprimerle, dice anche di essere generosi, di usare i nostri talenti per il mondo o anche solo per aiutare una persona. Di questi tempi può essere utile fare appello alla nostra anima e cercare di capire come possiamo vivere al meglio l’oggi, concentrandoci di più sulla nostra interiorità, andando a scovare le risorse per affrontare questo periodo che ci è letteralmente “capitato”. 

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IL DECALOGO DELLA SAGGEZZA di Roberto Assagioli

Se ti trovi sopraffatto dalle difficoltà, se qualche grave problema ti preoccupa, se tutto sembra contrariare i tuoi desideri e le tue aspirazioni, invece di lamentarti e di incolpare le cose, persone e circostanze in cui ti trovi, ascolta attentamente queste dieci Regole della Antica Saggezza, nelle quali si trova la via di uscita dalle tue attuali difficoltà e preoccupazioni:

I° – CONOSCI TE STESSO

Sappi che cosa sei realmente, che cosa si cela nel tuo essere e qual è la ragione della tua vita. IN TE è la Luce che può illuminarti: cercala nel tuo cuore, nel CENTRO più intimo e profondo della tua vita, e SAPRAI allora che ivi ha la sua dimora un Nume Eterno e Immortale, che é te stesso, e allo stesso tempo infinitamente più saggio e potente di quello che tu sei attualmente. Sei un Figlio, una manifestazione di questo Principio di Vita che puoi trovare nel tuo cuore e al quale puoi dare il nome che più ti aggrada, partecipe della Sua Onnipresenza, Onniscienza e Onnipotenza. E il fine della tua esistenza attuale è l’“espressione” di queste infinite Possibilità che si trovano allo stato latente nel tuo essere.

II° – CERCA IN TE STESSO L’ESSENZA DI TUTTO CIÒ CHE DESIDERI O VUOI

La vita è una costante manifestazione “dall’interno all’esterno”, e nulla si sottrae a questa Legge: ogni cosa nasce e si sviluppa nell’invisibile, prima di divenire manifesta nel mondo visibile. Per questo devi trovare prima in te stesso l’essenza e la sostanza di quello che vuoi, riconoscerlo e “acquistarlo” nella tua intima coscienza, per poterlo “attrarre” a te nel mondo esterno.

Occorre, a questo proposito, che tu impari a CONCENTRARTI, ritirandoti dove puoi farlo più facilmente e isolandoti, per quanto ti è possibile, nel tuo cuore, da ogni influenza esterna. Fissa il tuo pensiero su ciò che ti è dato concepire di più elevato: sul tuo Ideale o sul Principio di Vita che dimora in te, e che per te è la Fonte e la Realtà di ogni bene. Pensa a quello che desideri come “reale”, un qualcosa che di per sé stesso è inseparabile dall’essere tuo, che già TI È STATO DATO dalla tua stessa Onnipotenza, cosicché la tua parte consiste semplicemente nella tua CAPACITÀ DI RICEVERLO, facendoti “canale” adatto per la sua espressione.

RINGRAZIA la Fonte di Vita, la Vita stessa che in te dimora: il ringraziamento dimostra la Fede, rafforza la Speranza e manifesta l’Amore, aprendo la “porta segreta” di tutti i tesori che aspettano, nel Mondo Invisibile, chi SAPPIA RICEVERLI.

III° – AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO

Nella tua illusione puoi crederti separato dal Principio della Vita e dalle persone, esseri e cose che ti circondano. Ma non è così: in realtà sei UNA SOLA COSA con questo Principio Uno e Indivisibile, e con tutti gli esseri, le persone e le cose che esistono e che possono esistere. Se la vita si presenta talora come una lotta è semplicemente per imparare la legge Suprema dell’Amore, che è la sola Forza Onnipotente e Invincibile. Devi dunque cercare di comprendere, vibrare in simpatia e amare tutti coloro che ti circondano, anche coloro che ti sembrano indegni o che consideri come “nemici”: allora CADRÀ la maschera che ci nasconde la vera, intima natura sotto un’apparenza ingannatrice.

IV° – SII OTTIMISTA

La gioia e l’ottimismo devono essere l’espressione naturale della Luce interna che in noi risplende come Fonte di ogni bene: fa che sul tuo viso risplenda questa Luce e che nulla abbia il potere di turbarti o impressionarti. Giacché non sono le cose in sé stesse che hanno valore, ma il modo in cui  le vediamo e le affrontiamo. Inoltre la nostra visione e attitudine interna hanno un’influenza DETERMINANTE E DECISIVA sulle nostre circostanze e sull’attitudine delle persone che ci circondano, cosicché tutto dipende, DEFINITIVAMENTE, dalla nostra scelta.

V° – SFORZATI DI DARE  

Sforzati costantemente di DARE: dare tutto quello che di meglio puoi dare od offrire. Non dire che non hai: in te stesso vi è una Fonte inesauribile, le cui possibilità si esprimeranno secondo il tuo amore e la tua volontà di dare. Non essere mai troppo povero ed egoista per dare qualcosa o dividere con qualcuno quello che hai, ma impara a dare liberamente, come un atto d’amore, senza nulla attenderne in ritorno.

Sia il tuo dare la valvola di sicurezza che apre e manifesta in te, “dall’interno all’esterno”, le infinite Possibilità di Bene che si trovano allo stato latente nel tuo essere, le sviluppa e le rende utili, fruttifere e feconde, e ti fa simile all’albero le cui radici sono prossime alla sorgente, l’albero che continuamente prospera e dà frutti e le cui fronde mai non appassiscono.

La soluzione inattesa del tuo problema può trovarsi qualche volta in un DARE ispirato da vero amore e scevro da ogni idea di interesse e utilità personale.

VI° – RIFLETTI SULLE TUE PAROLE

In ogni parola vi è un principio latente che è FORZA CREATIVA di ciò che la stessa parola esprime. Questo principio tende a plasmare e plasma continuamente, a sua immagine e somiglianza, il carattere, l’attitudine, l’essere interno e l’apparenza esterna di chi la dice, modellando le circostanze e attraendo cose analoghe o della stessa natura. Fatti dunque un dovere di riflettere su quello che stai per dire, evitando ogni espressione, comunque diretta, in cui vi sia qualcosa che non vorresti manifesta nella tua vita, o un giudizio che non vorresti ricevere tu stesso.

VII° – SORVEGLIA I TUOI PENSIERI

Considera ogni pensiero come una Realtà che – se la ammetti e la riconosci, e le permetti di dominare nel mondo interno della coscienza – le dai il potere di manifestarsi in forma visibile nel mondo esterno della tua vita. Allontana dunque da te ogni pensiero di ciò che non desideri, e specialmente ogni pensiero o idea di male – su chiunque si diriga – ogni pensiero di tristezza, odio, rancore, vendetta, noia, malattia, povertà, insuccesso, disperazione, preoccupazione, inimicizia o morte. Fa che la tua mente sia un cielo limpido e sereno, o un giardino prezioso nel quale non si coltivano che i fiori e le piante più belle e stimate.

VIII° – VIGILA GLI INTINTI

Gli istinti formano le fondamenta del Tempio della tua vita e, secondo la loro natura, lo sostengono e ne permettono l’elevazione, oppure tendono a distruggerlo facendo di te il loro schiavo. Sii perciò temperato e sobrio nel cibo e nelle attitudini della tua vita fisica.

Non mangiare mai in fretta. Affinché il tuo cibo possa farsi “costruttore” del tuo Tempio, ogni sua particella deve restare nella bocca finché non sia completamente disciolta. Bevi molta acqua e mangia frugalmente, evitando l’alcool.

Bagnati ogni giorno, dormi il necessario, ma non di più, impara a respirare lentamente e profondamente a pieni polmoni, e sii padrone del tuo corpo. Non prostituirlo al vizio che lo degrada e alla passione che lo divora e che distrugge le più nobili tendenze. L’amore è cosa troppo sacra per essere profanata.

IX° – RIPONI LA TUA FIDUCIA NELL’ INVISIBILE

Non porre la tua fiducia nelle cose esterne e materiali: queste possono mancarti e ti mancheranno quando sia necessario al tuo sviluppo spirituale. Sappi che tutto ciò che è manifesto proviene dall’Immanifesto che ne è Fonte Infinita e Inesauribile, dalla quale si manifesta nella tua vita quello che internamente riconosci nella tua coscienza.

Non crederti mai solo o isolato: l’Onnipotenza del Principio di Vita che dimora in te è sempre con te e non può allontanarsi mai, né vi è circostanza o pericolo in cui essa non possa o voglia salvarti, con la sola condizione che in essa tu riponga una fiducia assoluta, esclusiva e illimitata. Solo il timore e l’incertezza ti rendono vulnerabile.

X° – USA I TUOI TALENTI, TACI E LAVORA

Tutto ciò che hai o possiedi – materialmente come spiritualmente – ti è stato dato per l’uso migliore e di maggior profitto che puoi farne. Usa perciò i “talenti” che hai ricevuto – le tue facoltà, i tuoi beni – come meglio puoi per il tuo bene, come anche per il bene di chi ti circonda. Solo a questa condizione si moltiplicheranno, mentre nascondendoli con timore li perderesti.

Non parlare più del necessario; evita ogni indiscrezione sulle tue cose intime e personali, o su ciò che ti sia stato confidato; meglio se non parlerai affatto di te stesso con chi non può comprenderti. Ricordati sempre che il SILENZIO è necessario alla miglior riuscita di ciò che intraprendi, e che nel silenzio operano sempre le forze e le volontà più potenti.

Non restare ozioso e inattivo, nell’attesa di un profitto che fuggirebbe sempre da te. Vi è sempre qualcosa che puoi fare utilmente per coloro che ti circondano: fallo con amore, considerandoti al servizio dell’Intelligenza Creativa che dimora in te, della quale sei l’espressione e con la quale hai il privilegio di “cooperare”, affinché “la Sua Gloria” sia manifesta.

*          *          *

Se seguirai queste regole con attenzione e fedeltà, la tua vita prenderà una nuova piega, e tu ti farai un “canale” sempre più perfetto e adeguato per la manifestazione delle infinite Possibilità della Vita Universale, poiché il naviglio della tua esistenza individuale si troverà orientato e guidato con mano ferma nella sua rotta verso il Porto del Bene.

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PRATICHE MATTUTINE

In questo periodo post quarantena e di ansia da Covid ci possiamo sentire stanchi, privi di energia, depressi. Quello che è successo è stata un’esperienza talmente sconvolgente che molti di noi potrebbero sentirsi spaesati e soprattutto senza obiettivi. La situazione è incerta e molto confusa, è difficile sapere cosa succederà domani e questo clima generale contribuisce ad abbassare il nostro livello di energia. 

Per fare fronte a questo periodo bisogna cercare di inserire delle pratiche giornaliere che ci aiutino a ritrovare forza e gioia di vivere. Condividerò con voi quelle che ho trovato più utili in anni di lavoro personale e che ho ripreso a fare ultimamente: come altre volte in passato queste pratiche mi stanno aiutando a ricaricarmi dopo un periodo difficile.

La prima cosa da fare è alzarsi un’ora prima al mattino. Anch’io come molti di voi sono “un gufo’ e amo dormire la mattina mentre la sera starei alzata fino a tardi, ma in questo periodo ho dovuto cambiare abitudini. Siccome non è salutare dormire di meno bisognerà andare a letto un’ora prima.

– Appena sveglia bevo mezzo bicchiere d’acqua a temperatura ambiente e faccio i 5 tibetani. I cinque tibetani sono delle posizioni yoga che aiutano a far funzionare bene tutti i chakra. Si comincia con tre ripetizioni per posizione e nel tempo, e con l’allenamento, si arriva a farne 21. Alla fine del post inserisco un link in cui potere vedere i video di spiegazione degli esercizi e la storia affascinante di questa pratica molto antica. (A seconda delle ripetizioni questi esercizi possono durare da 5 a 15 minuti circa).

– Finiti gli esercizi mi siedo davanti al mio tempietto e accendo una candela. Suono la campana tibetana e faccio delle preghiere. Leggo infine una regola del Decalogo di Assagioli (il fondatore della Psicosintesi, che inserirò in un post successivo). (Durata: 5 minuti circa).

– Finite le preghiere scaldo dell’acqua e la metto in una tazza, senza tisane o the. Su suggerimento del mio massaggiatore ayurvedico bevo quest’acqua calda che aiuta sia l’intestino che a sciogliere il catarro. (Durata: 2 minuti circa per la preparazione).

– Mentre sorseggio l’acqua scrivo le “Pagine del mattino” (pratica presa da “La via dell’artista” di Julia Cameron): riempio tre pagine di un quaderno piccolo con tutto quello che mi passa per la testa: pensieri, emozioni, preoccupazioni, sogni… non c’è una regola tutto quello che esce va bene e non serve nè rileggere nè conservare gli scritti. (Durata: 15/20 minuti circa).

– Finite le pagine del mattino, sempre sul mio bel quaderno, scrivo “i desideri“: un elenco di cose che desidero, dal bene per me stessa e la mia famiglia, al bene per il mondo intero, al raggiungimento di alcuni obiettivi, al risolvere situazioni in sospeso. In questo periodo sto applicando anche la pratica del Dalai Lama, e dei buddhisti in generale, che suggeriscono di augurare il bene a te, a qualcuno che ami, a qualcuno che ti è indifferente e anche a qualcuno che odi. (Durata: 5 minuti circa).

Dopo queste pratiche faccio colazione, mi lavo mi vesto ed esco. Se dovete andare al lavoro in ufficio potrebbe essere una buona idea andare a piedi o in bicicletta. Altrimenti si può ritagliarsi del tempo in pausa pranzo o alla fine del lavoro per fare attività fisica. Sarebbe consigliabile fare tutti i giorni una passeggiata di 45/60 minuti, se viene fatta al mattino ė meglio ma non necessariamente. Se non riuscite a fare la passeggiata, o in aggiunta ad essa, consiglio di fare 20 minuti (o più) di yoga alla sera prima di cena. Ci sono mille video su youtube anche piuttosto semplici da seguire. Io mi trovo bene con “Cocoiris”. 

Provate a iniziare così la giornata e vedrete che i risultati saranno molto veloci e vi sentirete nuovamente carichi di energia!

ecco il link ai 5 tibetani:

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